mercoledì, 18 Dicembre, 2024
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Cinghiali, doppiette o vaccini? Emergenza per almeno 3 anni

Sono oltre due milioni i cinghiali in libertà con una capacità riproduttiva esponenziale. Fermarli con le doppiette appare impossibile. L’idea di mobilitare i cacciatori, gli agricoltori, le guardie venatorie, i proprietari o conduttori di fondi agricoli, le guardie forestali, le guardie comunali, – tutti muniti di licenza venatoria e istruiti con un corso online di poche ore – secondo gli studi e l’esperienza, avrebbero l’effetto contrario. Lo “sterminio”, provocherebbe la capacità riproduttiva immediata delle femmine del branco. Senza calcolare i rischi di sparare su un bersaglio mobile e pericoloso, spesso in aree abitate.

 

IL VACCINO

Una proposta incruenta – come chiesto dalle associazioni animaliste, dalla Lav, dalla CIA-Agricoltura e dalla Coldiretti – arriva dalla somministrazione di un vaccino anticoncezionale che in alcuni casi ha dato ottimi risultati. Si tratta di un farmaco della S. Fish and Wildlife Service, prodotto negli Stati Uniti, il “GonaConTM”, una somministrazione mono­dose per la gestione della fauna selvatica.

La “pillola” anticoncezionale per i cinghiali riuscirebbe a ridurre in modo significativo, secondo gli esperti, nel giro di tre anni la popolazione dei “suinidi” e fin da subito non ci sarebbero più incrementi. Secondo il progetto, che nel Parco regionale della Maremma ha dato buoni risultati, il mangime con l’anticoncezionale viene lasciato nei boschi in un dispenser che solo i cinghiali potrebbero aprire.

Una via che richiede tempi non brevi. L’emergenza continuerebbe almeno per i prossimi tre anni. E in molti non vogliono attenere.

LE RESPONSABILITA’

Basta cercare su internet “cinghiali” e appaiono decine di ritrovati per attirare l’attenzione dei cinghiali in modo che siano nel mirino dei cacciatori. C’è di tutto dai richiami sonori, a tanti tipi di pasture, come quelle “catramate”, “Miscele, per cervi e cinghiali da spalmare sui tronchi d’albero”. Si deve proprio alla caccia l’idea di un ripopolamento fatto da specie prelevate nei Paesi dell’est e introdotti in Italia. Cinghiali più grandi e prolifici. La situazione già difficile nel 2019 con il lockdown è sfuggita di mano.

 

DECIDA IL PARLAMENTO

L’ipotesi del vaccino prevede che gli animali sterilizzati rimangano vivi.

Ciò significa che continuano a rappresentare, una fonte di danni all’agricoltura, di pericoli sulle strade e di malcontento sociale. Al contrario i metodi cruenti finora non hanno portato benefici concreti, ma appaiono i più rapidi. L’emergenza inoltre può manifestarsi anche con altri rischi. A Torino nel gennaio 2020 si è verificato un allarme Trichinellosi (parassita intestinale) a causa di salame di cinghiale infetto, 46 persone sono state ricoverate in ospedale. Infine una lode anche per il povero cinghiale. Per il biologo Andrea Marsan, “I cinghiali, essendo molto intelligenti, se si abituano ad avere la cena alle sei di sera, li si troverà alle sei meno cinque ad aspettare il pasto”.

 

 

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