mercoledì, 20 Novembre, 2024
Economia

Confindustria, economia in rapida risalita. Crescono a livelli pre crisi tutti i comparti. Il nodo delle materie prime

Mentre i sindacati vedono l’Italia a tinte fosche con una “bomba sociale” pronta ad esplodere, Confindustria dispensa ottimismo. Per la Confederazione degli industriali “in Italia la ripartenza è più rapida”, con una crescita di consumi e servizi che “già si affiancano a investimenti e industria”.

Insomma non c’è da temere barricate. Per il Centro studi c’è una situazione nuova, con “l’accelerazione delle vaccinazioni, che ha favorito una ripartenza dei servizi anticipata di 1-2 mesi rispetto al previsto: si va a affiancare al consolidamento in atto dell’attività industriale”. “Ci aspettiamo”, calcolano gli analisti, “che questo recupero si rafforzi poi nel terzo e quarto trimestre”. L’analisi mensile ‘flash’ su congiuntura e previsioni è considerata positiva con i dati sulla fiducia a giugno, e un diffuso balzo che porta per il Centro studi “l’indice per le imprese e quello per le famiglie oltre i livelli pre-crisi”. Questa soglia per Confindustria è un dato “cruciale” per una ripartenza dei consumi anticipata. Andando al nocciolo della ripresa i dati dicono che ci sono “più ordini e più credito”.

“A maggio e giugno si è avuta una incoraggiante risalita degli ordini interni dei produttori di beni di consumo”, evidenzia Confindustria, “che si è affiancata al forte aumento già visto per i beni di investimento”. I prestiti alle famiglie accelerano (+4,1% annuo in aprile), quelli alle imprese continuano a frenare ma crescono (+4,5%)”. Tra accelerazione e attese la produzione industriale, dopo il forte aumento in aprile con un più 1,8%, per fine giugno ci sarà una ulteriore variazione positiva.

L’attività nei servizi è tornata a espandersi: a maggio il pmi è balzato a 53,1, sopra la soglia neutrale, al massimo da marzo 2019. “I consumi si stanno rispostando verso i servizi grazie alla ripresa dei viaggi e dei consumi fuori casa”. Non tutto però fila liscio, il problema degli aumenti di materie prima si delinea come un possibile rischio di frenata.

“Il prezzo del Brent è schizzato a 73 dollari al barile a giugno, superando i livelli pre-Covid”, fanno presente gli analisti di Confindustria, “e scorte di greggio, infatti, sono stimate sotto il livello di inizio 2020, data la domanda in ascesa. A maggio le commodity non energy hanno registrato un nuovo massiccio rincaro (+6,8%), particolarmente forte per i metalli (+9,1%) e i cereali (+7,0%). I margini delle imprese”, conclude il rapporto degli industriali, “sono erosi e l’inflazione al consumo è alzata dal prezzo dell’energia, mentre la misura core resta molto bassa”.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Inail: nei primi 3 mesi del 2024 sono state 191 le denunce di morti sul lavoro (5 in meno rispetto a un anno fa)

Ettore Di Bartolomeo

Boccia (Confindustria): “Urgente che le banche attivino un fondo di garanzia verso le aziende”

Maurizio Piccinino

Migranti, Lampedusa al collasso: record di sbarchi. Metsola: “Serve una soluzione europea”

Stefano Ghionni

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.