venerdì, 22 Novembre, 2024
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Paganini: “Global Tax e riforma del nostro fisco: basta privilegi”

Il Prof.Pietro Paganini a tutto campo non teme di essere fuori dal coro. Riforma del fisco internazionale, finora molte parole ma pochi fatti. Sui vaccini, USA e Cina in corsa per avere consensi geo politici. Meglio la linea tedesca che crede nel Piano Covax.

La Global Tax è il primo successo internazionale dell’Amministrazione Biden.

Per ora è un proclama. Certamente la cosa è accelerata con l’intervento americano, pragmatico. Ma non dimentichiamo che gli USA fanno i loro interessi. Usano questa iniziativa come strumento geopolitico ma naturalmente, cercano di girarla a proprio favore. Italia ed Europa dovrebbero fare la medesima cosa. Di conseguenza mettersi di traverso per il 15% di prelievo e battagliare sui meccanismi da subito.

 

Però una svolta c’è stata. Siamo a buon punto?

No, per nulla. Quello del G7 è un intento, un accordo per altro su una cifra che non dovrebbe accontentare Paesi come l’Italia. La strada da fare è lunga anche dopo il G20. O si applica solo ai paesi OECD o a tutti e 193 i membri ONU. E poi non sono chiari i meccanismi, chi riguarda, e soprattutto, l’imponibile da colpire. Non è ben chiaro nemmeno cosa farà ciascun paese nel frattempo, perché questi colossi continueranno per un po’ a beneficiare della mancanza di una legislazione sovranazionale.

 

Per cui suggerisce di colpirli a casa nostra?

Non vedo perché il piccolo imprenditore o la media o persino grossa azienda italiana deve continuare a pagare mentre questi gruppi sfuggono al fisco. Qui non è questione di pagare tanto o poco, ma di pagare tutti. Poi si può discutere di ciò che dovrebbe essere il giusto contributo.

 

Cosa si aspetta dalla riforma fiscale di Draghi.

Mi aspetto molto dal Primo Ministro Draghi. Ha detto che oltre a vaccini e PNRR si concentrerà sulla riforma fiscale. Nel poco tempo che avrà mi aspetto che dia seguito al suo intento. Non si tratta di più o meno tasse, ma di riformare il sistema, di renderlo umano, e semplice. Il peso fiscale è una scelta di politica economica che risponde ad un modo di interpretare il rapporto stato cittadini. Lo stato può essere più o meno presente, fornire un welfare più o meno sostanzioso, a deciderlo sono i cittadini attraverso il parlamento. Il problema non è il carico fiscale, o meglio lo è anche, ma è soprattutto la farraginosità di un sistema che di fatto tassa molto i cittadini ma poi introduce una miriade di eccezioni, incentivi, sgravi, etc. che rendono il sistema insostenibile e poco equo.

 

Un sistema di privilegi che provoca danni?

Si. Il sistema di incentivi e sgravi segue logiche spesso inique e clientelari. Dovrebbe favorire l’intraprendenza e l’innovazione ma finisce spesso per produrre privilegi. L’esempio è quello del settore del tabacco riscaldato che gode di un privilegio ingiustificato. Questo stato di cose, poco trasparenti, poco eque, confondono il cittadino, e lo portano a sposare posizioni populiste.

 

Veniamo ai vaccini, perchè ha definito “una furbata americana” la proposta di sospendere i brevetti?

Molti europei e italiani ci sono cascati dentro, facendosi trascinare dalla cultura ideologica, marxista e mondialista. Punire le multinazionali farmaceutiche che speculano sui poveri. La realtà è diversa. E lo abbiamo spiegato. Il brevetto è solo una parte del processo di produzione e distribuzione di un farmaco o vaccino che sia. Le cosìddette licenze obbligatorie, già in atto, per favorire la produzione di alcune terapie in paesi in via di sviluppo, dimostrano che per fare farmaci e distribuirli occorrono competenze, know-how, infrastrutture e strutture che i paesi in via di sviluppo non hanno.

Di fatto, sollevare il brevetto obbligherà i Paesi in via di sviluppo a rivolgersi sempre ai Paesi ricchi per quel know-how, strutture e infrastrutture. Quindi, rivolgersi anche e soprattutto alle aziende USA. L’alternativa, è rivolgersi alle aziende cinesi o indiane che nel settore hanno prodotto disastri in Africa.

 

Biden ha fatto un passo indietro, pare.

Infatti. Ha lanciato la proposta  ma poi si è messo a regalare vaccini per conquistare consensi diplomatici o geopolitici. Cina e USA stanno invadendo il mondo di vaccini per guadagnare terreno e amicizie. Va specificato che gli USA stanno rispondendo all’arroganza cinese in materia. Pechino si sta muovendo in modo spietato.

Perciò, fa bene la Commissione europea ha sostenere, spinta dalla saggezza tedesca, che è meglio sostenere il programma Covax, che perdere tempo ad inseguire sogni inutili.

Altro discorso è, per il futuro, aiutare i Paesi in via di sviluppo a maturare una loro industria farmaceutica. Ma che non sia e non finisca come quella di alcuni paesi, Cina e India su tutti, dove si copiano i brevetti altrui, infrangendone i diritti di proprietà, per rivedere i farmaci a basso costo in Africa.

 

A proposito di Cina. Continua a credere che il virus covid-19 sia uscito dal laboratorio.

Per mesi, anche i virologi italiani, hanno considerato una sola ipotesi, quella della trasmissione naturale. Per altro senza produrre prove. Non hanno mai trovato un pipistrello con  covid-19. Però, per tante ragioni che ho studiato e scritto, hanno scartato l’ipotesi del laboratorio accusando chi la studiava, di cospirazionismo. Oggi, gli indizi migliori portano in laboratorio. Così, alcuni virologi stanno già cambiando versione.

 

Sarebbe grave se fosse uscito dal laboratorio.

Molto grave. La scienza è fatta di prove ed errori. Ci sta l’errore. Ma in questo caso, oltre ad essere stato nascosto per tante ragioni, l’errore è il frutto della superficialità. In quel laboratorio si faceva ricerca spinta sui virus in condizioni di sicurezza scarse.

 

Conosceremo mai la verità?

Credo di no. Non sarà ma confermata pubblicamente. I governi e gli scienziati si accorderanno per limitare la ricerca in modo che possa essere controllata, come per la clonazione, e imporranno misure più severe. Ma data la portata dell’errore, se fosse valida l’ipotesi del laboratorio, non sapremo mai la verità. Immagini lo shock sociale globale e la reazione del pubblico.

Ma è una vicenda che deve servire da lezione. Di fatto, il laboratorio di Wuhan è finanziato da molto Paesi che facevano li quella ricerca che non potevano o volevano fare a casa. Tra tutti gli USA. Quindi, il problema è soprattutto la poca trasparenza cinese, ma non solo la Cina.

Il prof. Pietro Paganini  è Professore Aggiunto alla Fox School of Business della Temple University of Philadelphia, è Professore Aggiunto in Business Administration alla John Cabot University di Roma. Ha un dottorato in Comunicazione e Organizzazioni Complesse. È fondatore e Curiosity Officer del pensatoio che promuove le politiche per l’innovazione e il libero mercato, Competere – Policies for Sustainable Development; il Segretario Generale dell’Istituto Italiano per la Privacy e la Valorizzazione dei Dati (IIP). È stato Direttore Generale della Fondazione Luigi Einaudi di Roma, Vice Presidente dei Giovani Liberali Europei dell’ALDE, Segretario della Gioventù Liberale Italiana, membro della direzione nazionale della Federazione dei Liberali, e di Liberali Italiani. E’ analista e commentatore per media internazionali e nazionali, e autore di diversi saggi

 

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