Visco: la ripresa sarà solida. Ridurre le disuguaglianze.
Il post pandemia non sarà solo crescita e nuove opportunità. I tempi, infatti, cambiano. Ci sarà in primo luogo la fine degli aiuti di Stato, lo stop alle deroghe delle cartelle esattoriali, un debito pubblico da rimettere sotto controllo, e le opere pubbliche del Piano di rinascita da realizzare in concreto Un percorso tutto in salita.
“E’ certo che verrà meno lo stimolo, in parte artificiale, che oggi proviene da politiche macroeconomiche straordinarie ed eccezionali”, esordisce il Governatore di Bankitalia, che subito elenca i problemi. “Cesseranno quindi il blocco dei licenziamenti, le garanzie dello Stato sui prestiti, le moratorie sui debiti”. Più spine che rose, perché chi ha i conti in mano sa che i debiti vanno pagati, che lo Stato non può accollarsi un impegno fuori dalle sue forze. Il monito di Visco è chiaro, va “ridotto il fardello del debito pubblico sull’economia”.
PREPARARSI AI CAMBIAMENTI
Così ecco che sotto le prestigiose volte della Banca d’Italia, risuona la rivoluzione, non più beat ma liberale, del “Bisogna essere preparati ai cambiamenti di cui abbiamo contezza e pronti per rispondere agli eventi e sviluppi inattesi”.. Ci sono i miliardi del Piano nazionale e Ignazio Visco li indica come “formidabile sfida”, perché saranno da sostegno allo sviluppo, alle imprese, così per il lavoro e le famiglie, fino alla tutela delle fasce più deboli.
L’ECONOMIA CRESCERÀ
L’impatto economico sarà notevole, ipotizza. “Nella media dell’anno l’espansione del Pil potrebbe superare il 4 per cento”, calcola il governatore nelle Considerazioni Finali. Visco si mostra ottimista confortato dai segnali, confida in una “ripresa robusta della domanda nella seconda metà di quest’anno è quindi possibile. Aiuti a chi perde il lavoro
“Andranno corrette le importanti debolezze nel disegno e nella copertura della rete di protezione sociale che permangono nonostante le riforme degli ultimi anni; la pandemia le ha rese manifeste, richiedendo l’adozione di interventi straordinari”. L’Italia però è indietro quindi serve cautela.
BANCHE PICCOLE, BANCHE GRANDI
Le piccole banche con “urgenza” devono cambiare “modelli”. Insomma i famosi stress test Europei che in pre pandemia preoccupavano i banchieri, hanno messo il luce le fragilità, da correggere. Per i grandi gruppi bancari la voce di Visco si fa più serena. Dal momento che sono in linea con i livelli europei con una “stabile emissione di debito”..
STATO E MERCATO
Da liberale italiano, Ignazio Visco osserva come non bisogna fare confusione e barricate tra Stato e logiche di mercato. Il punto semmai sono le regole.
“È fuorviante la contrapposizione tra Stato e mercato, che sono invece complementari. Un’economia sana ha bisogno di entrambi: di buone regole, servizi pubblici di qualità e interventi in aree in cui i rendimenti sociali sono alti ma l’attività privata è insufficiente”.
INGIUSTIZIE DIFFUSE
“Dopo la pandemia deve aprirsi una nuova epoca”, propone Visco, “un’epoca di cooperazione multilaterale intensa, di riduzione delle ingiustizie diffuse, di creazione di nuove opportunità. Non dovrà mancare la partecipazione, responsabile ed equilibrata, dell’Europa”.