Piano Strategico Nazionale sull’infanzia e l’adolescenza. Si chiamerà così il progetto approvato dalla Camera dei Deputati che ha l’obiettivo di contrasto della povertà educativa e del fallimento formativo. A darne notizia con soddisfazione è la “Rete educAzione” all’indomani della mozione, a prima firma dell’onorevole Paolo Lattanzio, del gruppo Pd, che prevede la costruzione di un Piano sull’infanzia e l’adolescenza, con un innesto concreto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Le proposte della mozione, frutto del lavoro dell’Intergruppo Parlamentare ‘Infanzia e Adolescenza’, sono in forte sintonia e coerenza con quelle della rete educAzioni”, sottolinea l’associazione, “In particolare il potenziamento del tempo pieno e delle azioni di contrasto della povertà educativa e del fallimento formativo, la riduzione del numero degli alunni e alunne per classe e la copertura almeno del 33% del fabbisogno dei nidi in modo omogeneo nel Paese, con un’attenzione particolare per i territori e per i contesti più fragili dal punto di vista delle offerta di servizi per l’infanzia e l’adolescenza”.
BAMBINI SENZA LIBRI
Per l’associazione si tratta di un passo avanti per “riportare i diritti delle bambine e dei bambini di ragazze e ragazzi al centro dell’investimento del Paese per uscire dalla crisi e costruire una normalità più giusta e con meno disuguaglianze”. Nel Paese i bambini che vivono in povertà, senza beni indispensabili per condurre una vita accettabile, superano 1 milione 200 mila. Povertà economica e povertà educativa sono poi fenomeni legati a doppio filo. Ci sono bambini senza libri e risorse per affrontare la presenza scolastica. Non ci sono soldi per partecipare ad un evento culturale, che sia un cinema, un museo, un teatro all’aperto, visitare una mostra d’arte. L’indagine statistica, riferisce, che un minore su sette, lascia gli studi, solo uno su cinque fa sport. Infine il dato più allarmante: solo la metà degli adolescenti ha letto un libro. La situazione che ne emerge è di difficoltà, sono inoltre poche le iniziative messe a bilancio dai comuni. Molto è affidato ai servizi sociali, al volontariato, talvolta, a maestre in pensione che continuano a fare didattica nei luoghi più svantaggiati. Ci sono iniziative, spontanee, dove vengono coinvolti bambini e ragazzi che possono apprendere e partecipare a tante attività educative gratuite.