È ormai storicamente noto che la Russia utilizza la falsa propaganda al fine di disinformare, confondere, creare sempre più confusione a scopi sociali e politici. Grazie a queste “campagne” diversi paesi europei hanno accelerato i propri sforzi affinché i loro popoli siano sempre più preparati a questa minaccia.
Purtroppo non ci sono molti esempi di successo sulla capacità di resistenza alla disinformazione. Finlandia Svezia e Danimarca si sono distinte nel “vaccinare” i rispettivi popoli contro queste “campagne”.
Anche i legislatori americani dopo l’ingerenza russa nelle elezioni presidenziali negli Stati Uniti del 2016 si stanno preparando a selezionare le modalità più idonee per contrastare tali minacce.
Purtroppo a differenza dei paesi scandinavi le differenze demografiche, geografiche ed educative, in particolar modo, l’alfabetizzazione mediatica digitale suggeriscono che gli Stati Uniti debbano evidentemente affrontare maggiori ostacoli nel rispondere alle campagne di disinformazione che diventano sempre più dei veri e propri assalti mediatici.
E ormai noto che la Russia e, prima ancora l’ex URSS, ha da sempre padroneggiato questa tattica subdola e molto pericolosa a scopi sociali e politici interni, ma a quanto sembra dalle ingerenze internazionali ha iniziato ad utilizzare anche all’estero lo stesso strumento.
Ma vediamo nel dettaglio come hanno deciso alcuni paesi europei di contrastare tale minaccia:
- In Finlandia gli studenti universitari vengono preparati sulle tattiche di “trolling” (diffusione di messaggi e video provocatori o del tutto falsi) incluse le tecniche di riconoscimento di immagini o video che sono stati manipolati o distorti.
- la Svezia sta invece stanziando sempre più risorse per contrastare tale minaccia.
- la Danimarca ha messo in atto molteplici iniziative per guidare i cittadini ad una vera e propria resistenza alla disinformazione che rappresenta una seria minaccia alle istituzioni democratiche.
- In Italia cosa si sta facendo per tale fenomeno? Il nostro paese evidentemente preferisce stanziare fondi a favore dei sexy shop piuttosto che contrastare il fenomeno del trolling.
L’anno scorso sia Repubblica che il Corriere della Sera hanno parlato dei troll russi contro il nostro Presidente Mattarella.
Il 31 luglio del 2018 Oliver Roeder pubblicava un articolo su fivetwentyeight in cui afferma di essere venuto in possesso di 3 milioni di tweet pubblicati tra il febbraio 2012 e maggio 2018, in realtà la maggior parte tra il 2015 e il 2017, come rende noto l’IRA (INTERNET RESEARCH AGENCY) (ndr). I tweet erano tutti provenienti dalla stessa fonte, un’Agenzia di San Pietroburgo, che “conduceva campagne” sofisticate e coordinate per diffondere disinformazione attraverso i social media al fine di inquinare il dibattito politico negli USA.
La stessa attività è stata registrata anche in Italia come sottolineato da Federico Fubini del Corriere della Sera. Moltissimi tweet ritrovati durante l’indagine condotta dall’IRA erano in italiano e da quanto emerso i profili della “fabbrica” russa negli ultimi anni hanno rilanciato con una serie di retweet altri profili noti per essere al centro della conversazione sul social network negli ambienti simpatizzanti soprattutto con la Lega di Salvini o col M5S di
Di Maio. Precisiamo che non stiamo scrivendo nè insinuando che la Lega o il Movimento 5 Stelle abbiano utilizzato i servizi della “fabbrica” russa.
Sempre dall’articolo di Fubini si apprendono alcuni esempi di conversazioni coinvolte in questo gioco perverso. Il profilo, non più attivo dal 2017, di “@elena7617349” pubblicava contenuti contro Barack Obama in inglese contro l’area di Matteo Renzi o contro gli sbarchi quando dialogava in italiano con “123stoka#iostoconsalvini”.
Quindi Cari lettori e lettrici il fenomeno esiste ed espone a molti pericoli anche l’Italia e gli italiani che, poi, indottrinati a dovere, al momento giusto, andranno a votare, ma la scelta sarà quella giusta e, soprattutto quella che riferisce la pura volontà degli elettori? Anche se con qualche riserva noi siamo convinti che questo accadrà anche per il retaggio storico-culturale del popolo italiano.