La tensione nel Mar dei Caraibi torna a salire dopo che una petroliera collegata all’Iran e diretta verso il Venezuela è stata intercettata e inseguita dalla Guardia Costiera degli Stati Uniti. L’imbarcazione, identificata come Bella 1, è considerata da Washington parte della cosiddetta “dark fleet”, la rete di navi che trasporta greggio soggetto a sanzioni internazionali. Secondo fonti statunitensi, la nave avrebbe tentato di eludere i controlli spegnendo i sistemi di tracciamento e modificando più volte la rotta. La Guardia Costiera ha iniziato l’inseguimento dopo aver individuato la petroliera nelle acque internazionali vicino al Venezuela. Le unità americane hanno tentato di abbordare la nave, ma l’equipaggio avrebbe rifiutato la richiesta, costringendo gli Stati Uniti a dispiegare cutter, elicotteri e squadre specializzate in operazioni di sequestro marittimo. Secondo fonti citate dai media USA, Washington sta valutando l’invio di ulteriori risorse per un’eventuale operazione forzata. L’episodio si inserisce nel quadro della campagna di pressione lanciata dal presidente Donald Trump contro il governo di Nicolás Maduro, accusato di utilizzare navi sanzionate per esportare petrolio e finanziare attività illegali. Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno intensificato le intercettazioni di petroliere sospettate di trasportare greggio iraniano verso il Venezuela, arrivando anche a sequestrare carichi per oltre un milione di barili. La Bella 1, già nota alle autorità internazionali per precedenti episodi di “spoofing” del segnale GPS e per aver trasportato petrolio iraniano in violazione delle sanzioni, avrebbe tentato di cercare protezione dipingendo una bandiera russa sullo scafo, secondo quanto riportato da fonti canadesi e statunitensi. Caracas non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma in passato ha accusato Washington di condurre una “guerra economica” contro il Paese.



