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Benjamin Netanyahu Primo Ministro Israele, Donald Trump Presidente Usa

Attentato nel nord di Israele, due morti. Trump valuta un nuovo vertice con Netanyahu

Ben Gvir incita i cittadini ad armarsi. Cisgiordania, riservista israeliano investe uomo: ai domiciliari. Hamas accusa: “Oltre 900 violazioni della tregua”. Violenze in Libano e Siria.
sabato, 27 Dicembre 2025
2 minuti di lettura

Il Medio Oriente ha vissuto una nuova giornata di forte tensione, segnata da violenze sul terreno, attentati, sviluppi politici controversi e segnali contraddittori sul piano diplomatico. Nel nord di Israele, due persone sono state uccise in quello che la polizia ha definito un attacco terroristico multifase. Secondo la ricostruzione dei media israeliani, l’assalitore, un palestinese originario di Qabatiya in Cisgiordania, ha prima investito e ucciso un uomo di 68 anni a Beit She’an, per poi accoltellare a morte una giovane donna nei pressi di una fermata dell’autobus lungo la Route 71. La sua fuga si è conclusa alla Maonot Junction, vicino Afula, dove è stato colpito da un passante e successivamente arrestato. Altre due persone sono rimaste ferite. Sul luogo dell’attacco è intervenuto il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, che ha rinnovato l’invito ai cittadini israeliani ad armarsi, sostenendo che “le armi salvano vite” e citando l’intervento del civile che ha neutralizzato l’aggressore. Ben Gvir ha inoltre rilanciato la proposta di una legge sulla pena di morte per i terroristi, affermando che gli attentatori non cercano il martirio ma la sopravvivenza e il carcere. Parole che hanno riacceso il dibattito politico interno, già fortemente polarizzato. In parallelo, il ministro della Difesa Israel Katz ha ordinato all’esercito di agire “con la massima fermezza” contro il villaggio di Qabatiya, da cui proveniva l’autore dell’attacco, annunciando la preparazione di un’operazione militare nell’area della Cisgiordania. Sempre nei Territori occupati, ha fatto discutere il caso di un riservista israeliano ripreso mentre investiva un palestinese in preghiera vicino Ramallah. L’uomo è stato posto agli arresti domiciliari per cinque giorni, con il sequestro dell’arma, ed è accusato anche di aver ferito due palestinesi aprendo il fuoco poco prima dell’investimento.Intanto la crisi umanitaria a Gaza continua ad aggravarsi. L’ospedale Al-Awda, nel campo di Nuseirat, ha annunciato la sospensione della maggior parte dei servizi a causa della grave carenza di carburante necessario ad alimentare i generatori. Restano operativi solo pronto soccorso, maternità e pediatria. In condizioni normali la struttura consuma fino a 1.200 litri di gasolio al giorno, ma al momento ne ha a disposizione circa 800. I responsabili sanitari hanno avvertito che una carenza prolungata rappresenterebbe una minaccia diretta alla capacità di fornire cure di base a una popolazione già stremata. Dal canto suo, un esponente di Hamas ha accusato Israele di aver violato il cessate il fuoco oltre 900 volte dall’entrata in vigore dell’accordo, il 10 ottobre, mettendo in dubbio la reale volontà di avanzare verso una tregua duratura.

Trump rivaluta l’incontro con Netanyahu

In questo quadro già incandescente si inserisce il dossier dei rapporti tra Washington e Gerusalemme. Secondo Axios, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha rivalutato l’utilità di un nuovo incontro con Netanyahu, previsto per il 29 dicembre nella residenza di Mar-a-Lago. L’incontro potrebbe assumere rilievo in vista della convocazione, a gennaio, del Board of Peace promosso da Trump. Fonti della Casa Bianca non nascondono una crescente frustrazione per le azioni israeliane a Gaza, temendo che possano compromettere il passaggio alla seconda fase del piano di pace, che prevede un ulteriore ritiro israeliano, il dispiegamento di una forza internazionale di stabilizzazione e l’istituzione di una nuova struttura di governo nella Striscia.

Raid in Libano, attentato in Siria

Sul piano militare regionale, le Forze di Difesa israeliane hanno annunciato raid aerei contro obiettivi di Hezbollah in diverse zone del Libano, colpendo in particolare un presunto complesso di addestramento della forza d’élite Radwan e depositi di armi utilizzati, secondo l’esercito, per pianificare attacchi contro soldati e civili israeliani. Nuova allerta anche dalla Siria, dove un’esplosione ha colpito la moschea Imam Ali ibn Abi Talib a Homs, in un quartiere a maggioranza alawita. Il bilancio definitivo fornito dalle autorità locali parla di almeno sei morti e ventuno feriti. Le indagini preliminari indicano la presenza di ordigni esplosivi all’interno dell’edificio, colpito durante la preghiera del venerdì.

Riconoscimento del Somaliland, condanna regionale

Sul piano diplomatico, Israele ha ufficialmente riconosciuto il Somaliland, decisione che ha suscitato la dura condanna congiunta di Somalia, Egitto, Turchia e Gibuti. In una nota diffusa dal Cairo, i ministri degli Esteri dei quattro Paesi hanno ribadito il loro sostegno all’unità e all’integrità territoriale somala, definendo inaccettabile il passo compiuto da Tel Aviv.

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