La tensione tra Cambogia e Thailandia è tornata a crescere con forza nelle ultime 48 ore, dopo la ripresa delle ostilità lungo il confine condiviso dai due Paesi, che si estende per circa 800 chilometri. Gli scontri hanno già provocato un pesante bilancio: sei civili cambogiani sono stati uccisi in una provincia di frontiera e tre soldati thailandesi hanno perso la vita. Le due nazioni si scambiano accuse reciproche sulla responsabilità della rottura del cessate il fuoco, un accordo mediato lo scorso ottobre dal presidente statunitense Donald Trump, e che avrebbe dovuto porre fine alle frizioni armate. Secondo Phnom Penh, sarebbe stata la Thailandia a compiere la prima violazione; Bangkok, al contrario, sostiene che le forze cambogiane avrebbero aperto il fuoco per prime.
L’area di confine resta un punto particolarmente sensibile anche a causa della presenza di diversi templi situati in zone contese, spesso oggetto di dispute territoriali e di rivendicazioni storiche da entrambe le parti.



