La giornata diplomatica europea si apre tra pressioni statunitensi su Kiev per accettare la proposta di pace con Mosca e il malumore dell’UE per quelle che giudica interferenze americane nella politica europea. Intanto Zelensky incontra i leader occidentali a Londra e in serata sarà a Bruxelles.
Sul campo, l’aeronautica ucraina riferisce di aver intercettato 131 dei 149 droni lanciati nella notte dalla Russia. Gli UAV non abbattuti hanno provocato un morto e diversi feriti nelle regioni centrali e settentrionali.
Il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ha criticato gli USA per il loro ruolo nel dibattito politico europeo: “Washington non può sostituirsi ai cittadini europei. L’Europa deve essere sovrana”. Costa ha definito “preoccupante” la convergenza fra la visione americana e quella del Cremlino e ha richiamato la necessità di difendere il pluralismo informativo dalle “tecno oligarchie statunitensi”.
A Londra, Zelensky incontra il premier britannico Keir Starmer, Emmanuel Macron e Friedrich Merz per rafforzare il sostegno alla difesa ucraina, mentre cresce la pressione di Washington per accelerare l’intesa di pace. Il presidente ucraino ha spiegato che la settimana sarà dedicata a consultazioni sulla difesa aerea e sui finanziamenti di lungo periodo e, secondo il negoziatore Rustem Umerov, riceverà oggi tutti i documenti aggiornati del piano americano.
In Belgio
In serata, Zelensky sarà a Bruxelles per vedere il segretario generale della NATO Mark Rutte, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
A Bloomberg, Zelensky ha ribadito che non c’è ancora un accordo sul Donbas e ha chiesto garanzie di sicurezza dagli alleati: “Se la Russia ricominciasse la guerra, cosa farebbero i nostri partner?”.
Donald Trump ha intanto espresso “delusione” per il fatto che Zelensky non abbia ancora letto integralmente la proposta di pace. Il Cremlino ha sostenuto che la visione degli USA è “in linea con quella di Mosca”, ma ha ribadito le condizioni: fuoriuscita di Kiev dalla NATO e cessione del Donbas. Trump jr ha avvertito che suo padre “potrebbe abbandonare i negoziati” se Kiev non mostrasse maggiore disponibilità.
Sette Paesi Ue – Estonia, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Polonia e Svezia – chiedono al Consiglio Europeo di procedere rapidamente con l’uso degli asset russi immobilizzati per finanziare la difesa e la ricostruzione dell’Ucraina. Da Roma, Antonio Tajani conferma che il nuovo decreto armi “si farà” e non cambia la linea italiana sul sostegno a Kiev.
Sul fronte russo, il politologo Marat Bashirov sostiene che “l’Europa è rimasta isolata” e ribadisce che Mosca non tratterà su tre punti: NATO, territori e dimensioni delle forze ucraine.



