Il sistema dei trasporti aerei in India sta lentamente tornando alla normalità, ma la crisi della compagnia IndiGo, leader del mercato interno con oltre il 60% delle rotte, continua a lasciare centinaia di viaggiatori bloccati negli aeroporti. Negli ultimi giorni, IndiGo ha cancellato oltre 1.200 voli in tutto il Paese, provocando scene di caos negli scali di Delhi, Mumbai, Bangalore e Hyderabad. Le cause principali sono state la carenza di piloti, aggravata dalle nuove regole sulla fatica entrate in vigore a novembre, insieme a problemi tecnici e condizioni meteorologiche avverse. Le autorità indiane hanno avviato un’indagine e chiesto alla compagnia di presentare un piano immediato per ridurre i disagi. La Direzione Generale dell’Aviazione Civile (DGCA) ha imposto a IndiGo di fornire aggiornamenti quotidiani e di garantire assistenza ai passeggeri rimasti a terra. Nonostante un parziale miglioramento, con la ripresa di alcune tratte e una riduzione delle cancellazioni, la situazione rimane critica. Molti viaggiatori hanno denunciato attese di ore, mancanza di informazioni e difficoltà nel riprogrammare i voli. Alcuni passeggeri hanno dovuto trascorrere la notte negli aeroporti, mentre altri hanno rinunciato ai viaggi per mancanza di alternative. Gli analisti sottolineano che la crisi di IndiGo mette in luce la fragilità del sistema aereo indiano, fortemente dipendente da un singolo operatore. Con una quota di mercato superiore al 65%, la compagnia è considerata un pilastro del trasporto interno, e qualsiasi interruzione ha effetti immediati su milioni di persone. Il governo ha promesso interventi per rafforzare la resilienza del settore, ma la sfida resta complessa: da un lato la necessità di garantire la sicurezza dei piloti con regole più severe, dall’altro l’urgenza di mantenere operativo un sistema vitale per l’economia e la mobilità del Paese.



