La giornata che si apre a Mosca potrebbe segnare un nuovo passaggio nel negoziato sulla guerra in Ucraina. Oggi il presidente russo Vladimir Putin incontrerà l’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, arrivato dalla Florida con un volo partito all’una di notte. I primi minuti dell’incontro saranno aperti ai media. Il Cremlino definisce il faccia a faccia un momento di rilievo e il consigliere presidenziale Kirill Dmitriev parla apertamente di “giorno importante per la pace”, lasciando intendere che la squadra negoziale vicina a Trump, compreso Jared Kushner, potrebbe essere presente. Parallelamente Mosca e Riad hanno firmato un accordo di esenzione dai visti che entrerà in vigore nei prossimi mesi. L’intesa consente ai cittadini dei due Paesi di soggiornare fino a novanta giorni senza visto. L’accordo è stato siglato durante il Forum economico russo saudita dal vicepremier Alexander Novak e dal ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan.
Dall’altra parte, Volodymyr e Olena Zelensky sono arrivati a Dublino, accolti dal premier irlandese Michail Martin che ha ribadito il “sostegno incrollabile” al popolo ucraino. Oggi il presidente riceverà il rapporto dettagliato del segretario del Consiglio di sicurezza Rustem Umerov, reduce dai colloqui in Florida con la delegazione americana. Umerov ha anticipato che il dossier è completo e verrà presentato personalmente a Zelensky durante la visita europea.
Fronte europeo
Sul fronte europeo arriva un colpo al piano per usare gli asset russi congelati a sostegno di Kiev. Secondo il Financial Times la BCE ha rifiutato di fornire garanzie per un prestito da 140 miliardi di euro, giudicando la proposta della Commissione incompatibile con il proprio mandato. Il progetto prevedeva l’utilizzo dei beni della banca centrale russa custoditi presso Euroclear. La frenata complica i tentativi dell’Unione di sostenere le finanze ucraine mentre Mosca denuncia il piano come “furto”, parola usata dal portavoce Dmitry Peskov durante una conferenza per la stampa indiana. Da parte sua Stoccolma annuncia un nuovo pacchetto di sostegno da oltre cento milioni di euro. Il ministro Benjamin Dousa ha spiegato che l’inverno imminente e l’intensificazione degli attacchi russi contro infrastrutture civili rendono urgente intervenire sul settore energetico, sanitario e sulla riparazione dei danni agli impianti elettrici. Intanto a Roma il governo si prepara a prorogare l’autorizzazione alla cessione di materiale militare a Kiev. Un decreto legge è atteso giovedì in Consiglio dei ministri. Il testo è già stato inserito all’ordine del giorno della riunione tecnica a Palazzo Chigi prevista per domani.
La situazione sul campo resta tesa. Il ministero della Difesa russo afferma di avere il pieno controllo di Pokrovsk. Le forze del raggruppamento Centro sostengono di aver completato la “liberazione” dell’area e di essere impegnate nella ricerca di gruppi ucraini rimasti in città. Kiev smentisce. Il comando orientale parla di combattimenti ancora in corso e accusa i russi di tentare di issare bandiere per “creare illustrazioni propagandistiche” di controllo territoriale.
Nella notte un’ondata di droni russi ha colpito la regione di Odessa danneggiando una centrale elettrica e un edificio amministrativo. Secondo l’Aeronautica ucraina sono stati lanciati sessantadue droni Shahed. Trentadue sono stati abbattuti, mentre venti hanno colpito otto diverse località. Kiev ha risposto con un attacco a un deposito petrolifero nella regione russa di Oryol, secondo fonti di Telegram citate da Ukrinform.
Mentre i negoziati proseguono e Witkoff atterra a Mosca, Putin invita il suo apparato militare a prepararsi a “combattere tutto l’inverno”. Un messaggio che arriva nel momento in cui la Nato, con le dichiarazioni del presidente del Comitato militare Cavo Dragone, apre alla possibilità di attacchi preventivi in caso di minacce imminenti. La distanza tra diplomazia e realtà militare resta ampia e la giornata di oggi dirà se l’incontro con la delegazione statunitense segnerà un passo avanti oppure solo un nuovo capitolo della lunga trattativa.



