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Ucraina pronta al compromesso. Washington spinge sul negoziato mentre Mosca intensifica i raid

Colloqui Usa–Russia ad Abu Dhabi, l’Europa chiede garanzie.Nella notte 22 missili e oltre 460 droni russi su Kiev e Odessa. Droni in Romania e Moldavia
mercoledì, 26 Novembre 2025
3 minuti di lettura

Mentre Kiev contava i morti dell’ennesimo attacco russo, la crisi è entrata in una fase diplomatica ancora più complessa. Secondo ABC News una delegazione ucraina avrebbe accettato i termini di un accordo, ma non è chiaro se riguardi la bozza Usa in 28 punti o la versione ridotta a 19 dopo i colloqui di Ginevra. Né Kiev né Mosca hanno confermato. Zelensky senza fornire dettagli, si è detto pronto a discutere i “punti sensibili” direttamente con Donald Trump, in un incontro che vorrebbe includere anche gli alleati europei. In un’intervista, il capo di gabinetto Andriy Yermak ha confermato che Kiev punta a un incontro “il prima possibile”, forse già durante il Thanksgiving. Secondo Yermak la nuova bozza è ormai “molto diversa” dai 28 punti iniziali e include garanzie di sicurezza “molto più solide”. Quanto alla Nato, ribadisce che l’Ucraina non rinuncerà al suo obiettivo costituzionale, pur riconoscendo che “oggi non siamo nella Nato”. Trump ha dichiarato che “siamo molto vicini a un accordo”, ma la Casa Bianca ha escluso un incontro imminentecon Zelensky, pur definendo “positivi” i colloqui con Mosca a Abu Dhabi. L’inviato americano alla Nato Matthew Whitaker sostiene che la pace in Europa non sia mai stata così vicina. Zelensky però avverte che la Russia intende far fallire il negoziato alimentando disinformazione, mentre intensifica la pressione militare: solo nella notte di ieri Mosca ha lanciato 22 missili e oltre 460 droni, colpendo soprattutto Kiev e Odessa. Nella capitale un grattacielo è stato incendiato dalle esplosioni, causando almeno sette vittime. Kiev ha risposto con un attacco al porto russo di Novorossijsk.

Il doppio canale Ginevra–Abu Dhabi

La trattativa procede su due binari. A Ginevra Stati Uniti, Ucraina ed europei hanno rivisto la bozza in 28 punti; ad Abu Dhabi il segretario dell’Esercito Usa Dan Driscoll ha incontrato una delegazione russa in colloqui “tecnici e preparatori”. Fonti americane parlano di un “clima ottimista”. Secondo il Financial Times sarebbe presente negli Emirati anche il capo dell’intelligence ucraina Kyrylo Budanov. Mosca, attraverso il portavoce Dmitry Peskov, nega di aver ricevuto un piano in 19 punti e definisce contraddittorie le indiscrezioni. Lavrov insiste che solo gli Stati Uniti possono mediare, escludendo Francia e Germania e indicando Turchia e Bielorussia come possibili interlocutori. La Russia chiede inoltre che il testo finale rispetti lo spirito degli accordi del vertice di Anchorage fra Trump e Putin.

Il piano Witkoff–Kushner

Il Wall Street Journal ricostruisce la genesi del piano: tra ottobre e metà novembre Trump affida a Steve Witkoff e Jared Kushner una proposta che nasce durante un volo dal Medio Oriente e viene poi affinata a Miami in tre giorni di incontri con il finanziere russo Kirill Dmitriev. Presentata al responsabile della sicurezza ucraina Rustem Umerov, viene giudicata sbilanciata verso Mosca. Nonostante ciò il 16 novembre Witkoff e Kushner la illustrano a Zelensky, mentre a Washington Marco Rubio ne riceve una copia. La bozza, contestata da Kiev ed Europa, viene ridotta da 28 a 19 punti. Secondo Reuters prevede un esercito ucraino che “resta” a un certo livello numerico (superando il precedente limite dei 600mila uomini), la rinuncia a riconquistare militarmente i territori occupati, un percorso aperto ma non garantito verso la Nato e elezioni da indire dopo l’accordo. La questione territoriale resta aperta.

L’Europa della difesa

Questi temi sono stati al centro della riunione della Coalizione dei Volenterosi, guidata da Keir Starmer ed Emmanuel Macron, con la partecipazione del segretario generale Nato Mark Rutte, del cancelliere tedesco Friedrich Merz, del premier canadese Mark Carney e del segretario di Stato Usa Marco Rubio. Macron ha chiesto garanzie “molto solide” per Kiev e vede “un nuovo impulso” nei negoziati. Starmer ritiene la bozza “in gran parte accettabile” e allineata agli interessi ucraini dopo la revisione di Ginevra. Tuttavia sul ruolo dell’Europa pesa il caso rivelato da Politico: Rubio avrebbe rifiutato un bilaterale con l’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas, segnale di una possibile marginalizzazione dell’Unione. Da Riad, Antonio Tajani sollecita la Russia a dare segnali concreti – “finora solo bombe” – pur dicendosi fiducioso in un possibile Natale di pace. Ma il fronte militare è sempre più in allerta. Jet rumeni e tedeschi della Nato sono decollati per intercettare un drone russo penetrato più in profondità che mai nello spazio aereo della Romania, in quella che Bucarest definisce una nuova provocazione di Mosca. Il velivolo è entrato più volte nel territorio rumeno e i piloti sono stati sul punto di abbatterlo, ma hanno evitato per timore di danni al suolo. Si tratta della tredicesima violazione dello spazio aereo rumeno dall’inizio della guerra e della prima avvenuta in pieno giorno. Durante le stesse ore anche il governo moldavo ha riferito che sei droni sono entrati nel suo spazio aereo durante gli attacchi russi contro l’Ucraina. Intanto l’Ue ha approvato il primo Programma europeo dell’industria della difesa, con 300 milioni destinati a modernizzare l’apparato militare ucraino. Sullo sfondo la Cina, con Xi Jinping che rilancia il partenariato energetico con la Russia e promette cooperazione per stabilizzare le catene globali di approvvigionamento.

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