Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha intensificato la pressione diplomatica al vertice COP30, in corso a Belém, per raggiungere un accordo rapido e ambizioso sul clima. “Non possiamo permetterci di uscire da questa conferenza senza un’intesa concreta,” ha dichiarato Lula, rivolgendosi ai leader di oltre 190 Paesi riuniti nella città amazzonica. “Il tempo della retorica è finito. Ora servono impegni reali.” La posizione del Brasile, Paese ospitante della conferenza, si è fatta sempre più centrale nei negoziati. Lula ha promosso una roadmap in quattro punti: abbandono dei combustibili fossili, tassa globale sul carbonio, finanziamento climatico per i Paesi vulnerabili e standard più rigorosi per il monitoraggio delle emissioni. Il presidente ha incontrato delegazioni di Cina, Unione Europea, Indonesia e America Latina, cercando convergenze su un testo di bozza che prevede l’erogazione di 300 miliardi di dollari in aiuti climatici entro il 2030. “Questa è una battaglia per la sopravvivenza, non per il consenso,” ha detto Lula, sottolineando il ruolo dell’Amazzonia come “polmone del pianeta e simbolo della responsabilità globale”. Il pressing brasiliano ha ricevuto il sostegno di oltre 80 Paesi, tra cui Germania, Kenya, Isole Marshall e Sierra Leone, che si sono schierati per una “mutirão del clima”, una mobilitazione collettiva tra Nord e Sud del mondo. Tuttavia, persistono divisioni su tempi e modalità di uscita dai combustibili fossili, con alcuni Stati produttori che chiedono deroghe e transizioni più graduali. La ministra dell’Ambiente Marina Silva ha affiancato Lula nei colloqui, ribadendo che “la giustizia climatica non è negoziabile”. Intanto, la società civile ha organizzato manifestazioni e forum paralleli, chiedendo maggiore trasparenza e inclusione nei processi decisionali. La COP30 si concluderà il 21 novembre, ma Lula ha già lasciato intendere che il Brasile è pronto a prolungare i negoziati pur di ottenere un accordo vincolante.
COP30, Lula accelera sul clima: “Serve un accordo subito, il mondo non può aspettare”
