Organizzati dall’Associazione Internazionale “Amici di Padre Pio” si terranno una serie di Concerti a REVERE e nella adiacente Boston dal 21 al 30 Novembre 2025 atti a tutelare il patrimonio religioso e culturale legato alla figura di Padre Pio per internazionalizzarlo e soprattutto custodirlo e tutelarlo.
Il primo Evento si terrà presso la Chiesa di S. Antonio da Padova c/o REVERE, città del Massaschusetts il 21/11/2025 dove sarà esposta la reliquia di Padre Pio introdotta dal Rev.mo Padre Fortunato Grottola (Guardiano del Convento di Pietrelcina (Bn) città natia del Santo) e sarà celebrata la Santa Messa dal Rev.mo Parroco Don XAVIER.
Interverranno, altresi, la coordinatrice dei Gruppi di Preghiera intitolati a Padre Pio, Anna D’Amore Sirignano e il Direttore del Premio Internazionale “Padre Pio da Pietrelcina” Dott. Gianni Mozzillo.
La Canzone Napoletana d’Autore, pregna di sentimento e di solidarietà, atta a ripristinare la Cultura e i luoghi della memoria a cui essa è ispirata, sarà protagonista nei giorni a seguire nei “Cenacoli culturali” allestiti dalle comunità italiane a BOSTON e vedrà nelle esecuzioni di De Marino il repertorio amato da Padre Pio del secolo non a caso definito dell’Epoca d’Oro della Canzone Napoletana (1887 – 1968, data di nascita e di morte del Santo).
In scaletta “Mamma” (Bixio – Cherubini, 1939) la cantava il grande Tenore Beniamino Gigli a Padre Pio nei molteplici incontri avuti col Santo, “Tammurriata nera” (E.A.Mario – Nicolardi, 1944), “Malafemmena” (Toto’, 1951), “A tazza ‘e cafè” (Capaldo – Fassone, 1918), “Era de maggio (S. Di Giacomo – Costa, 1885), “Reginella” (Bovio – Lama, 1917), “O sole mio” (Capurro – Di Capua, 1898), “O surdato nammurato” (Califano – Cannio, 1915), ma anche brani contemporanei nel solco dell’antica tradizione “Cu mme” (Gragnaniello, 1991), “Don Raffaè” (De Andrè, 1990), “Angela” (l’unica canzone scritta in napoletano da Gino Paoli e cantata al Festival di Napoli nel 1964, poi incisa da Gianni Morandi), “Caruso” (Lucio Dalla, 1986), “Tu si na cosa grande” (Modugno – Gigli) che vinse il Festival di Napoli nel 1964.


