L’Unione europea ha sbloccato ieri quasi sei miliardi a favore di Kiev, ultimo passo di un pacchetto che secondo Bruxelles deve alzare il costo della guerra per la Russia e mettere l’Ucraina in condizione di reggere l’inverno. Ursula von der Leyen ha promesso riparazioni alla rete energetica ucraina, esportazioni aggiuntive di elettricità verso Kiev e nuove difese contro i droni. Valdis Dombrovskis ha ribadito che l’uso dei proventi sugli asset russi immobilizzati resta la via preferibile, altrimenti il peso fiscale ricadrebbe direttamente sui bilanci nazionali. Alcuni Paesi, come i Paesi Bassi, si sono detti pronti anche a prestiti bilaterali pur di mantenere il sostegno. I nordici e baltici hanno annunciato un pacchetto da cinquecento milioni di dollari per acquistare equipaggiamenti statunitensi destinati a Kiev. Intanto sul terreno la guerra non rallenta. L’esercito ucraino ha comunicato l’abbattimento o la neutralizzazione di oltre cento droni d’attacco nella notte, mentre Mosca ha lanciato anche un missile Iskander. Da giorni la pressione russa resta molto alta lungo l’arco che va da Pokrovsk alle steppe di Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk. A nord di Huliaipole Kiev ha ammesso il ritiro da alcuni villaggi per consolidare le linee, mentre analisti ucraini avvertono che un ulteriore sfondamento verso Orikhiv e Stepnohirsk esporrebbe la cintura meridionale della città di Zaporizhzhia. Nella regione di Kharkiv tre civili sono stati uccisi da un attacco con droni contro un’auto diretta a ritirare la pensione. Kiev racconta la guerra dei piccoli centri e delle trincee, dove gli Shahed volano in continuazione per saturare le difese.
Zelensky tra fronte e minori deportati
Volodymyr Zelensky ieri è stato a Zaporizhzhia per una giornata di incontri con comandanti e autorità locali. Ha annunciato per oggi una riunione operativa dedicata alla regione, con focus su posizioni da rinforzare, ingegneria difensiva ed evacuazioni dei civili. In un messaggio separato il presidente ha avvertito che Mosca si prepara a una guerra di grandi dimensioni in Europa entro il 2030 e ha chiesto di tagliare le entrate energetiche russe e i canali di approvvigionamento militare. Sul dossier dei bambini deportati ha parlato di almeno diciannovemilacinquecento minori rapiti e ha detto che Kiev ha individuato circa quattrocento luoghi in Russia dove potrebbero essere detenuti. Finora, secondo la presidenza, sono stati riportati in patria oltre milleseicento bambini grazie a canali umanitari e mediazioni che coinvolgono Vaticano, Qatar e figure pubbliche internazionali.
Stretta anticorruzione
Sul piano politico interno ucraino prosegue la stretta anticorruzione. Due ministri hanno rassegnato le dimissioni dopo il pressing della presidenza, mentre da Mosca arrivano attacchi frontali. La portavoce degli Esteri Maria Zakharova ha definito l’Ucraina una mafia militare legata a Zelensky e ha fatto eco a Viktor Orban che su X ha parlato di rete mafiosa smascherata. Budapest intanto definisce una follia nuovi fondi europei a Kiev. Sul fronte opposto a Bruxelles cresce l’idea che l’alternativa agli asset russi si tradurrebbe in una spesa diretta per gli Stati membri. La linea di faglia è chiara. Ungheria minaccia il veto anche sull’apertura dei negoziati di adesione, definendo l’eventuale aggiramento dell’unanimità la fine del diritto europeo.
Mosca, negoziato e caso Corriere
Il ministro Sergey Lavrov ha rilanciato l’idea di un vertice Russia Stati Uniti a Budapest, dicendo che i contatti proseguono e negando contraccolpi sugli accordi interlocutori raggiunti in passato. Dmitry Peskov sostiene che la situazione per Kiev si deteriora giorno dopo giorno. Secondo alcune fonti, il Cremlino vede Kiev in difficoltà e invita adesso a un negoziato, nel quadro di una posizione peggiore per l’Ucraina. Parallelamente si è aperta una polemica con la stampa italiana: secondo Mosca il Corriere della Sera avrebbe censurato una lunga intervista di Lavrov. La direzione del quotidiano replica che il testo inviato dal ministero era una sequenza di accuse e tesi non verificabili e che la pubblicazione senza contraddittorio non era accettabile per un giornalismo libero.
Nato, costi anti-droni
Intanto l’Alleanza atlantica valuta soluzioni meno costose contro i droni che violano gli spazi aerei europei. L’idea è ridurre l’impiego di caccia e missili con tecnologie più economiche, dato che abbattere piccoli velivoli con Sidewinder e F trentacinque ha costi sproporzionati. In Germania il governo ha deciso che gli ucraini che arriveranno dal primo aprile riceveranno sussidi nella cornice dei richiedenti asilo e non più nell’alveo dei sussidi di disoccupazione, misura che punta a contenere la spesa sociale. Al confine tra Bielorussia e Lituania resta la crisi dei camion bloccati, Bruxelles chiede a Minsk assistenza umanitaria minima e definisce la chiusura dei valichi una risposta a operazioni ibride con palloni che hanno creato disagi negli aeroporti baltici.



