Nuove email emerse dalla Commissione di vigilanza della Camera hanno riacceso il caso Epstein, con accuse rivolte al presidente USA, Donald Trump. In uno scambio del 2019, il finanziere Jeffrey Epstein scriveva di aver trascorso “ore” con il tycoon e una ragazza nella sua residenza. Ma la Casa Bianca ha bollato le rivelazioni come “fake news orchestrate dai democratici”, accusando l’opposizione di voler “infangare il presidente con insinuazioni prive di fondamento”. Le email, rese pubbliche da CNN e New York Times, citano anche Virginia Giuffre, una delle principali accusatrici di Epstein, morta lo scorso aprile. Secondo i documenti, Trump avrebbe “saputo delle ragazze”, ma non esistono prove concrete che lo colleghino a comportamenti illeciti. Il presidente ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento, affermando di aver interrotto i rapporti con Epstein “molto prima che emergessero i suoi crimini”. La portavoce della Casa Bianca ha definito le accuse “una manovra disperata per distrarre dai successi dell’amministrazione”, sottolineando che Trump ha rafforzato le leggi contro il traffico di minori e sostenuto le vittime di abusi. “Il presidente non ha nulla da nascondere. Chi lo attacca, lo fa per paura del suo consenso crescente,” ha dichiarato. Anche alcuni analisti conservatori parlano di “giustizia selettiva”, evidenziando come altri nomi presenti nei registri di Epstein — tra cui politici democratici e celebrità — non siano stati oggetto di indagini pubbliche. “Trump è l’unico ad essere messo alla gogna mediatica,” ha commentato il senatore repubblicano Josh Hawley. Mentre la Camera valuta se rendere pubblici tutti i file del caso Epstein, il presidente rilancia: “Non mi farò intimidire da chi usa il dolore delle vittime per fini elettorali.” Per i suoi sostenitori, è l’ennesimo attacco politico mascherato da scandalo giudiziario. Per Trump, una nuova occasione per rafforzare la sua immagine di outsider sotto assedio.



