José Antonio Kast, leader del Partito Repubblicano cileno, è il favorito per le elezioni presidenziali del 16 novembre 2025. Con uno slogan che riecheggia lo stile di Donald Trump — “Serve il pugno di ferro” — Kast ha catalizzato il consenso di un elettorato sempre più preoccupato per la sicurezza, l’immigrazione e il declino dell’ordine pubblico. Nel corso dell’ultimo dibattito televisivo, Kast ha promesso tolleranza zero contro la criminalità, deportazioni rapide per migranti irregolari e un rafforzamento delle forze armate. Ha accusato il governo uscente di Gabriel Boric di aver “abbandonato le strade ai narcos e ai vandali” e ha proposto la costruzione di un muro al confine nord, evocando direttamente le politiche trumpiane. Il suo programma include anche tagli alle tasse, deregolamentazione economica e una revisione della costituzione per rafforzare il potere esecutivo. Kast ha definito il modello americano “una guida per il Cile del futuro”, lodando la leadership di Trump come “decisa, patriottica e senza compromessi”. La sua principale avversaria, Jeannette Jara, candidata della coalizione di sinistra “Unidad para Chile”, ha criticato duramente le proposte di Kast, definendole “autoritarie e pericolose”. Ma secondo i sondaggi, Kast è in testa con il 38% delle preferenze, contro il 31% di Jara. Il clima elettorale è teso, con polarizzazione crescente e manifestazioni in diverse città. Kast ha ricevuto l’appoggio di settori conservatori, imprenditori e gruppi religiosi, mentre la sinistra punta su diritti sociali e riforme democratiche. Se eletto, Kast potrebbe imprimere una svolta radicale alla politica cilena, riportando al centro ordine, sovranità e identità nazionale. Per i suoi sostenitori, è l’uomo giusto per “ripulire il Paese”. Per i detrattori, una minaccia per la democrazia.



