Nuova ondata di attacchi nella notte in Ucraina. L’Aeronautica di Kiev ha segnalato numerosi raid con droni lanciati dalla Russia contro infrastrutture energetiche in diverse regioni del Paese. Gli attacchi, che si aggiungono ai bombardamenti dei giorni scorsi, hanno provocato interruzioni diffuse della fornitura elettrica, lasciando molte città senza riscaldamento né acqua. Secondo fonti militari ucraine, la Russia avrebbe intensificato le operazioni mirate a colpire gli impianti strategici, nel tentativo di mettere in ginocchio il sistema energetico nazionale a ridosso dell’inverno.
Le autorità di Kiev hanno confermato che la produzione e la distribuzione di energia sono state ridotte a “zero” in alcune aree, e che squadre tecniche stanno lavorando per ripristinare illuminazione e riscaldamento.
Le forze ucraine hanno denunciato che i droni russi – in gran parte di fabbricazione iraniana – sono stati impiegati su larga scala, con l’obiettivo di bloccare centrali, sottostazioni e reti di distribuzione. I raid hanno provocato gravi danni a impianti chiave e reso instabili le forniture in diverse regioni, in particolare nell’Est e nel Centro del Paese.
Lavrov contro l’Unione europea
Sul fronte diplomatico il Ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha reagito con durezza alle recenti discussioni in Europa sull’utilizzo degli asset russi congelati per finanziare la ricostruzione e la difesa dell’Ucraina: “Il cinismo con cui la Commissione Europea interpreta la Carta dell’Onu e le norme internazionali, incluse le disposizioni sull’immunità sovrana e sull’inviolabilità dei beni delle banche centrali, ha smesso da tempo di sorprenderci”, ha dichiarato Lavrov, citato dall’agenzia Ria Novosti. Il capo della diplomazia russa ha definito il progetto europeo “un inganno e una rapina”, sostenendo che “non esiste alcun modo legale per appropriarsi del denaro russo” e avvertendo che “la Russia risponderà in modo appropriato” se l’iniziativa dovesse concretizzarsi.



