Zohran Mamdani, 34 anni, è stato eletto sindaco di New York City, diventando il primo musulmano e il più giovane sindaco della metropoli in oltre un secolo. La sua vittoria segna una svolta storica per la città, che ha scelto un candidato socialista democratico di origini indiano-ugandesi, sostenuto da giovani, progressisti e comunità immigrate. Mamdani ha sconfitto l’ex governatore Andrew Cuomo, candidato indipendente, e il repubblicano Curtis Sliwa, conquistando oltre il 50% dei voti. Il suo programma punta su trasporti gratuiti, diritto alla casa, giustizia sociale e riforme urbane radicali. “Se qualcuno può mostrare a una nazione tradita da Trump come sconfiggerlo, quella è la città che lo ha fatto nascere,” ha dichiarato nel suo discorso della vittoria. La sua elezione ha provocato reazioni forti: Donald Trump ha definito Mamdani “una minaccia” e ha minacciato di tagliare i fondi federali a New York in caso di sua vittoria. Anche Elon Musk si era schierato contro di lui, sostenendo Cuomo. Ma Mamdani ha incassato il colpo e ha rilanciato: “Donald Trump, visto che so che stai guardando, ho quattro parole per te: alza il volume”.
Nato in Uganda
Nato in Uganda da madre indiana e padre ugandese, Mamdani è cresciuto nel Queens e ha militato nei Democratic Socialists of America, come la deputata Alexandria Ocasio-Cortez. La sua ascesa da semisconosciuto deputato statale a volto nazionale è stata definita “improbabile ma travolgente” dai media americani. Entrerà in carica il 1° gennaio, con il compito di guidare una città complessa e divisa, cercando di mantenere ambiziose promesse elettorali che molti osservatori considerano difficili da realizzare. Ma per i suoi sostenitori, Mamdani rappresenta una nuova visione per la Grande Mela: inclusiva, giovane e radicale.



