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Raid russi sull’Ucraina, rischio per la sicurezza nucleare. Kiev risponde centrando un oleodotto militare

sabato, 1 Novembre 2025
1 minuto di lettura

Una nuova ondata di missili e droni russi ha preso di mira nella notte dieci regioni ucraine, colpendo infrastrutture energetiche e causando blackout diffusi. Secondo il presidente Volodymyr Zelensky, l’obiettivo di Mosca è “distruggere completamente il sistema energetico ucraino” alla vigilia dell’inverno.
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha confermato che uno dei bombardamenti ha danneggiato una sottostazione elettrica “critica per la sicurezza nucleare” del Paese. Il direttore Rafael Grossi ha avvertito che “gli attacchi alla rete elettrica rappresentano un pericolo costante per la sicurezza di tutti gli impianti nucleari ucraini”. Una centrale, ha aggiunto, resta priva di una delle sue linee di alimentazione. L’agenzia non ha precisato quale, ma la situazione di Zaporizhzhia, il più grande impianto d’Europa, resta particolarmente fragile.
I raid hanno provocato almeno tre morti e oltre venti feriti, tra cui una bambina di sette anni a Vinnytsia. Due vittime sono segnalate a Zaporizhzhia, mentre nuovi attacchi su Slovyansk, nella regione di Donetsk, hanno causato altre tre morti. A Kherson, le autorità locali parlano di 24 località colpite in pochi giorni, con due vittime, 22 feriti e gravi danni a edifici, chiese e infrastrutture del gas.
Mosca ha rivendicato “un massiccio attacco” contro obiettivi militari e strutture energetiche che “ne garantiscono il funzionamento”, oltre alla conquista di due nuovi villaggi, uno a Zaporizhzhia e uno nella regione di Kharkiv. Secondo il ministero della Difesa russo, sono stati abbattuti 170 droni ucraini, sei dei quali diretti verso Mosca.
Kiev ha reagito colpendo un oleodotto militare situato nella regione di Mosca, utilizzato per rifornire di carburante le forze russe. L’infrastruttura, lunga 400 chilometri, trasportava fino a 3 milioni di tonnellate di combustibile per l’aviazione e per i mezzi terrestri.
Intanto le sanzioni occidentali continuano a pesare sull’economia russa: il presidente Zelensky ha stimato in “almeno 50 miliardi di dollari l’anno” le perdite derivanti dalle ultime restrizioni. Il gigante petrolifero Lukoil, colpito dalle misure annunciate dal presidente americano Donald Trump, ha confermato di aver avviato la cessione dei propri asset esteri al gruppo Gunvor, con sede a Ginevra, in attesa dell’autorizzazione del Tesoro Usa.
In Germania, infine, l’aeroporto di Berlino è tornato alla piena operatività dopo la sospensione dei voli di ieri sera per l’avvistamento di droni non identificati: un episodio analogo a quello registrato poche settimane fa a Monaco.

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