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Giustizia, sì definitivo del Senato alla separazione delle carriere

Meloni: “Traguardo storico, ora la parola ai cittadini”. Esulta il Centrodestra e dedica la riforma a Berlusconi. Schlein: “Serve al governo per avere mani libere”. Nordio: “Mi auguro un referendum senza scontri”
venerdì, 31 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

Dunque, tutto come nelle previsioni: con 112 voti a favore, 59 contrari e 9 astenuti, il Senato ha approvato ieri in via definitiva la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati, uno dei punti cardine del programma di Governo. La riforma, che modifica gli articoli 87, 104 e 105 della Costituzione, ottiene così la maggioranza assoluta richiesta per le seconde letture e si avvia verso il referendum confermativo. In Aula, dopo il voto, i Senatori del Centrodestra si sono alzati in piedi per applaudire e hanno dedicato la riforma alla memoria di Silvio Berlusconi, definendola “il compimento di una battaglia storica per una giustizia più equilibrata e imparziale”.

Ora decide il popolo

“La riforma della giustizia è un traguardo storico e un impegno mantenuto a favore degli italiani”, ha commentato Giorgia Meloni, che ha parlato di “un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini”. “Ora la parola passerà ai cittadini”, ha aggiunto il Presidente del Consiglio, “che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo. Un’Italia più giusta è anche un’Italia più forte”. Sulla stessa linea il Vicepremier Matteo Salvini, che sui social ha rivendicato: “Fuori la politica e le correnti dai tribunali. Promessa mantenuta. Ora prepariamoci a vincere il referendum”.

Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, principale artefice della riforma, ha auspicato che il confronto nei prossimi mesi resti nei toni del dialogo: “Mi auguro che non ci siano scontri. Il referendum non è sul Governo, ma su una questione di civiltà giuridica. Finora c’è stata mancanza di confronto con la magistratura, ma spero si possa recuperare nei decreti attuativi”.

“Il sogno di Berlusconi diventa realtà”

Per Forza Italia, la giornata è stata segnata da un forte valore simbolico: “Questa è la vittoria postuma di Silvio Berlusconi” ha detto la Vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, “che ha creduto fino all’ultimo in una giustizia davvero imparziale. Ora la parola passa agli italiani”. Il Viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto ha parlato di “trionfo del garantismo, del diritto e della libertà”, mentre il Vicepresidente della Camera Giorgio Mulè ha commentato: “Una battaglia trentennale che oggi trova compimento. Come avrebbe detto il Cavaliere: fatto”.

Opposizioni compatte contro

Dura la reazione del centrosinistra: “Questa riforma serve a Meloni per avere le mani libere, non per migliorare la giustizia”, ha accusato la Segretaria del Pd, Elly Schlein, affiancata dai capigruppo Boccia e Braga. Sulla stessa linea anche Avs, con Bonelli e Fratoianni che hanno parlato di “una svolta autoritaria” e hanno annunciato la raccolta di firme per chiedere un referendum abrogativo.

Critiche anche da Italia Viva: la Senatrice Raffaella Paita ha definito la riforma “priva di coraggio e incapace di affrontare i veri problemi del sistema giudiziario”.

L’Associazione nazionale magistrati ha espresso “profonda preoccupazione” per il testo approvato: “Questa riforma altera l’assetto dei poteri disegnato dai Costituenti e non renderà la giustizia più efficiente”, ha affermato la Giunta dell’Anm, sottolineando come lo sdoppiamento del Csm e l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare rischino di “triplicare i costi senza risolvere i problemi strutturali del sistema”.

Penalisti soddisfatti

Soddisfazione, invece, da parte delle Camere Penali, che da anni chiedono la separazione delle carriere. “È un passo avanti verso uno Stato di diritto più equilibrato – ha dichiarato il presidente Francesco Petrelli – non è un atto contro qualcuno ma uno strumento per garantire una giustizia più giusta e indipendente”.

Cosa cambia con la riforma

Il testo approvato introduce due carriere distinte per giudici e pubblici ministeri, che avranno percorsi professionali separati fin dal concorso di accesso. Viene previsto lo sdoppiamento del Consiglio superiore della magistratura in due organi – uno per i giudici e uno per i pm – entrambi presieduti dal Capo dello Stato. Nasce infine una nuova Alta Corte disciplinare, che si occuperà dei procedimenti a carico dei magistrati.

La legge sarà ora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e, entro i prossimi mesi, i cittadini saranno chiamati alle urne per confermarla o respingerla nel referendum.

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