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Marco Rubio, Segretario di Stato USA

Rubio a Kiryat Gat: “Non esiste un piano B, ma possiamo essere ottimisti”

Israele, nuovi negoziati sulla “fase 2” a Il Cairo. Erdogan: “Gaza si rialzerà di nuovo”. UE cerca un ruolo più attivo. Continua la violenza in Cisgiordania
sabato, 25 Ottobre 2025
3 minuti di lettura

In visita ieri al quartier generale americano di Kiryat Gat, il segretario di Stato statunitense Marco Rubio ha ribadito che “oltre a quello del presidente Trump, non esiste un piano B” per la ricostruzione e la pacificazione di Gaza. “Questo è il piano migliore per avere successo. Sarà un lungo viaggio, con alti e bassi, ma possiamo essere ottimisti”, ha dichiarato, definendo la missione “storica”.

Rubio ha spiegato che Israele “sta rispettando gli impegni presi nell’accordo” e che l’obiettivo è creare le condizioni affinché “la gente non abbia più paura di Hamas”. Il segretario di Stato ha confermato che il disarmo del movimento islamista resta il punto cardine della cosiddetta “fase 2”, attualmente oggetto dei negoziati al Cairo. Sul tavolo, anche la gestione amministrativa della Striscia nel dopoguerra.

Interrogato sul ruolo dell’Autorità Nazionale Palestinese nel futuro governo di Gaza, Rubio ha precisato che “non è un’organizzazione terroristica come Hamas”, ma ha aggiunto che “necessita di profonde riforme”. Ha inoltre escluso il coinvolgimento dell’Unrwa, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, sottolineando che “non ci saranno più tunnel o razzi che minacceranno Israele”. Rubio ha dichiarato che “altri Paesi sono pronti a normalizzare i rapporti con Israele”, a condizione che la guerra finisca e si raggiunga un “accordo regionale più ampio”.

La prospettiva, secondo il segretario di Stato, sarebbe quella di ampliare gli Accordi di Abramo firmati nel 2020 da Emirati Arabi, Bahrein e Marocco. Intanto, secondo documenti visionati da Reuters, Washington valuta un nuovo piano per la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza. L’iniziativa, denominata “Cintura umanitaria”, prevede la creazione di 12-16 centri lungo la linea di ritiro israeliana. I centri includerebbero aree di “riconciliazione volontaria”, dove i militanti potrebbero consegnare le armi in cambio dell’amnistia, e basi per future forze di stabilizzazione internazionale.

L’Europa vuole contare di più

Riuniti ieri a Bruxelles, i leader dell’Unione Europea hanno discusso come evitare un ruolo marginale nella crisi di Gaza e in Cisgiordania. Il Consiglio europeo ha promesso sostegno alla stabilità dell’enclave, sottolineando che “l’Europa non deve solo osservare, ma agire”.

Tra le misure sul tavolo, l’invio di aiuti anche via mare da Cipro e un ampliamento del supporto alla polizia palestinese in Cisgiordania come forza di stabilizzazione. Alcuni Stati membri, tra cui Spagna e Slovenia, hanno adottato sanzioni unilaterali contro Israele, bloccando forniture di armi e carburante, mentre cresce la pressione per escludere Tel Aviv da eventi culturali come l’Eurovision.

Catastrofe umanitaria

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, almeno 89 persone sono state uccise e 317 ferite dall’entrata in vigore del cessate il fuoco l’11 ottobre. “La crisi a Gaza è tutt’altro che finita”, ha avvertito il direttore generale Tedros Ghebreyesus.L’Onu ha stimato che dopo due anni di guerra Gaza sia sepolta sotto 61 milioni di tonnellate di macerie, pari a 170 volte il peso dell’Empire State Building. Medici Senza Frontiere ha parlato di “tempesta perfetta” per la diffusione di epidemie, denunciando la distruzione del sistema sanitario e chiedendo un “massiccio aumento degli aiuti” per evitare nuove morti per cause prevenibili.

Violenza in Cisgiordania e restituzione ostaggi

Secondo Times of Israel, Israele si prepara a ricevere entro la serata le salme di due ostaggi morti, mentre restano ancora trattenuti a Gaza i corpi di 13 prigionieri. Un funzionario israeliano ha dichiarato che Hamas “potrebbe restituire altri otto corpi” e che sta “prendendo tempo per ritardare la seconda fase dell’accordo, quella del disarmo”. Intanto continuano gli attacchi dei coloni israeliani contro contadini palestinesi in Cisgiordania. Secondo l’agenzia Wafa, ieri mattina gruppi provenienti dagli insediamenti di Ramot e Deir Dibwan hanno dato fuoco a veicoli palestinesi e lanciato pietre contro agricoltori durante la raccolta delle olive. Beit Iksa, vicino a Gerusalemme, è stata teatro di nuovi scontri: i contadini, insultati e aggrediti, sono riusciti a proseguire il lavoro nonostante l’intervento delle forze israeliane.

Rientrati in Italia 49 studenti da Gaza

In serata è atterrato a Ciampino il primo dei due voli speciali della Guardia di Finanza provenienti da Amman, con a bordo 65 cittadini palestinesi, tra cui 49 studenti e ricercatori ammessi a programmi di borse di studio presso università italiane. Ad accoglierli il ministro degli Esteri Antonio Tajani e la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, che li ha accompagnati personalmente dalla Giordania. Si tratta della seconda missione di evacuazione organizzata in collaborazione con la CRUI, la Protezione Civile e il Meccanismo Europeo di Protezione Civile, dopo quella del 1° ottobre.

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