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Antonio Tajani Ministro degli Affari Esteri

Tajani ora attacca il Mef e Salvini sulla manovra

Il Vicepremier attacca i tecnici del Tesoro e annuncia battaglia su affitti brevi e dividendi. Scontro anche sui fondi per la Metro C di Roma: Forza Italia accusa, la Lega smentisce
venerdì, 24 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

La manovra economica approda in Senato e, con essa, esplode un duro confronto interno alla maggioranza. A innescare la polemica è stato ieri il Vicepremier Antonio Tajani che ha messo in discussione alcune scelte tecniche attribuite al Ministero dell’Economia e, al tempo stesso, ha aperto un fronte con l’alleato Matteo Salvini sul tema dei fondi destinati alle infrastrutture metropolitane delle grandi città. Entrando nello specifico, il Ministro degli Esteri ha puntato il dito contro i “grand commis” del Mef, accusandoli di avere un eccessivo peso nelle decisioni sulla manovra: “Mi pare che a volte ci sia da parte di qualcuno, di qualche grand commis del Ministero delle Finanze, la voglia di punire, di reintegrare le tasse. Ma è la politica che decide, non i grand commis”, ha detto, lasciando trasparire irritazione verso quella che definisce una deriva tecnocratica.

Il riferimento non è casuale: sul tavolo ci sono misure che Forza Italia ha giudicato ostili al proprio elettorato, a partire da affitti brevi e dividendi, norme che, secondo Tajani, non sarebbero state condivise in Consiglio dei Ministri.

Affitti brevi, FI alza il muro

La misura sugli affitti brevi è stata bocciata senza appello: “La norma va cancellata. Noi voteremo contro in Parlamento, presenteremo un emendamento soppressivo”, ha spiegato Tajani da Napoli durante un evento elettorale. Il numero uno forzista ha rivendicato come vero cuore della manovra la riduzione dell’Irpef al 33% e l’innalzamento della soglia a 50mila euro per il secondo scaglione, “misure strutturali” che rispondono alla promessa di sostegno al ceto medio: “La rottamazione delle cartelle porta risorse allo Stato, ma non è ciò che caratterizza la manovra”, ha aggiunto, differenziando FI dalle altre anime della coalizione.

Dal forum economico de ‘Il Mattino’, Tajani ha poi toccato un altro nervo scoperto: la tassa sugli extraprofitti bancari e la proposta sui dividendi, che ha definito “misure di cui non sapevamo nulla”. Da qui ha messo in guardia da interventi che possano disorientare la finanza internazionale: “Non bisogna spaventare i mercati. Io sono prudente non per difendere le banche, ma perché non si deve spingere chi vuole investire in Italia ad andare altrove”. Un richiamo sicuro alla linea liberal-moderata che Forza Italia rivendica nel governo.

Il caso Metro C

Non meno esplosivo il fronte infrastrutture. Le tabelle della manovra mostrano un taglio di 50 milioni di euro alla Metro C di Roma, oltre a minori risorse per le reti metropolitane di Milano e Napoli (15 milioni ciascuna). Tajani ha chiamato in causa direttamente l’altro Vicepremier: “Credo che il Ministro dei Trasporti Salvini debba occuparsi anche di Roma. Mi auguro che segua questo argomento, perché Roma è la Capitale e ha bisogno di una metropolitana che arrivi in aree poco collegate. Evidentemente gli è sfuggita”.

La Lega: “Falso, nessun taglio”

La replica del Carroccio non si è fatta attendere. I deputati della Lega in Commissione Trasporti smentiscono “categoricamente. La manovra non prevede alcun taglio ai fondi per la Metro C. Si tratta di una semplice riprogrammazione di risorse che consente di utilizzarle meglio. Con Salvini al governo sono stati sbloccati cantieri e avviati investimenti senza precedenti. Attaccarci dicendo il falso non è la soluzione”.

E ora? Beh, di certo a Palazzo Madama i gruppi di maggioranza dovranno trovare una sintesi per evitare che le fratture interne si trasformino in voti contrari sul testo. I prossimi giorni diranno se il confronto potrà rientrare o se quello di Tajani è stato solo il primo segnale di una resa dei conti sulla linea economica del governo.

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