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Gaza, Hamas rivendica un’operazione contro una milizia rivale. Netanyahu incontra Vance e cambia il consigliere per la Sicurezza

mercoledì, 22 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

Crescono le tensioni interne nella Striscia di Gaza, dove la forza di deterrenza di Hamas, la Rada, ha rivendicato di aver inflitto un “colpo severo” alla milizia beduina Abu Shabab, gruppo rivale attivo nel sud del territorio. Secondo un comunicato diffuso dall’organizzazione, nel corso dell’operazione sarebbero stati arrestati membri delle forze popolari e sequestrate diverse armi.
Hamas ha descritto l’azione come un intervento “necessario per rafforzare l’ordine interno e garantire la sicurezza nella zona”, accusando le milizie rivali di agire in collaborazione con “organizzazioni esterne”. L’episodio mette in luce la crescente frammentazione del potere nella Striscia, dove diverse fazioni armate, anche locali, competono per il controllo del territorio, in un contesto ancora segnato dalle conseguenze della guerra e dal fragile cessate il fuoco.

Netanyahu incontra Vance a Gerusalemme

A Gerusalemme, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ricevuto il Vicepresidente statunitense J.D. Vance, ribadendo la linea del governo sulla sicurezza nazionale: “Quando si tratta della sicurezza di Israele, facciamo ciò che dobbiamo fare”, ha dichiarato Netanyahu, secondo quanto riportato dai media israeliani. Il Premier ha sottolineato l’importanza del legame strategico tra i due Paesi: “L’America ha interesse in un Israele forte, e Israele ha interesse in un’America forte”.
Durante l’incontro, i due leader hanno discusso il cosiddetto “giorno dopo” a Gaza, ovvero il piano postbellico che prevede il disarmo di Hamas e una nuova amministrazione del territorio.
“Abbiamo sviluppato una straordinaria visione per il giorno dopo”, ha detto Netanyahu.
Vance, da parte sua, ha espresso fiducia nel percorso diplomatico in corso: “Ci vorrà molto lavoro, ma siamo su un ottimo percorso, in un modo mai visto prima”, ha dichiarato, sottolineando la volontà di mantenere stabile il cessate il fuoco.

Cambio ai vertici della sicurezza israeliana

Sul fronte interno, Netanyahu ha sostituito con effetto immediato il consigliere per la Sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, a causa di disaccordi sulle politiche adottate durante la guerra a Gaza.
Il nuovo capo ad interim del Consiglio per la Sicurezza nazionale sarà Gil Reich, già vice di Hanegbi e in passato vicedirettore della Commissione per l’energia atomica. Hanegbi, figura storica del Likud, si sarebbe opposto al piano di invasione di Gaza City e al fallito attacco contro i leader di Hamas in Qatar.
Nel suo messaggio di commiato, ha ammesso le divergenze con Netanyahu ma ha ringraziato per l’opportunità di servire lo Stato: “Ho potuto esprimere una posizione indipendente in momenti difficili e di disaccordo. La guerra del 7 ottobre non è ancora finita, e il nostro dovere è garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”. Hanegbi ha anche riconosciuto le responsabilità legate al fallimento del 7 ottobre, chiedendo un’indagine approfondita “per ristabilire la fiducia pubblica”.

Hamas, ancora fino a 20mila miliziani attivi

Secondo un’inchiesta della Nbc News, citando fonti delle Forze di difesa israeliane (Idf), Hamas disporrebbe ancora di 10-20mila combattenti, dopo averne persi circa 20mila dall’inizio della guerra. Israele ritiene di aver distrutto il 90% dell’arsenale di razzi del gruppo e di aver colpito “le principali rotte di contrabbando e i centri di produzione”. “Non abbiamo solo portato via il pesce, abbiamo preso la canna da pesca”, avrebbe commentato una fonte militare israeliana.

Identificati due ostaggi israeliani

L’Istituto di medicina legale israeliano ha identificato i corpi di Arie Zalmanovich, 85 anni, e Tamir Adar, 38 anni, vice comandante della sicurezza locale del kibbutz Nir Oz. Entrambi erano stati consegnati dalla Croce Rossa a Israele. Zalmanovich sarebbe stato ucciso durante la prigionia, mentre Adar sarebbe morto durante l’attacco del 7 ottobre 2023.
In base all’accordo di cessate il fuoco in vigore, Israele ha restituito 15 corpi palestinesi a Gaza in cambio di ogni ostaggio riconsegnato, portando il totale a 165.
Il governo israeliano ha espresso il proprio cordoglio alle famiglie, ribadendo che “l’impegno per riportare tutti gli ostaggi a casa continua” e che “la loro memoria sia benedetta”.

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