È stato ristabilito il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, mentre Israele ha riaperto i valichi di Kissufim e Kerem Shalom. L’accordo mediato a Sharm el Sheikh regge formalmente, ma la situazione sul terreno resta tesa: quasi cento palestinesi sono stati uccisi dall’entrata in vigore della tregua, secondo il governo di Hamas, che denuncia “ottanta violazioni” da parte israeliana.
L’esercito di Tel Aviv conferma di “aver ripreso l’applicazione del cessate il fuoco”, ma precisa che “risponderà con forza a qualsiasi violazione”. Stamattina, riferiscono media israeliani, le forze dell’Idf hanno aperto il fuoco su gruppi di miliziani che si avvicinavano alle truppe nella zona di Shejaiya, a est di Gaza City.
Intanto si intensifica l’attività diplomatica americana. Oggi sono arrivati in Israele l’inviato speciale Steve Witkoff e Jared Kushner, consigliere del presidente Donald Trump; domani è atteso il vicepresidente JD Vance. La missione ha l’obiettivo di “consolidare la tregua” e “monitorarne l’attuazione”.
Trump, parlando a bordo dell’Air Force One, ha confermato che il cessate il fuoco “è ancora in vigore”, nonostante “alcuni ribelli interni” a Hamas abbiano sparato colpi “senza il coinvolgimento della leadership”. Il presidente ha assicurato che “la situazione sarà gestita con durezza ma correttamente”.
Tra alti e bassi
Il vicepresidente Vance ha riconosciuto che l’accordo “avrà alti e bassi”, ma si è detto fiducioso nella prospettiva di “una pace sostenibile nel lungo periodo”.
Witkoff e Kushner hanno anche rivelato di aver incontrato a Doha il leader di Hamas Khalil al-Hayya, al quale hanno espresso condoglianze per la morte del figlio in un raid israeliano. “Quando abbiamo parlato come padri, non come negoziatori, è cambiato qualcosa nel tono del dialogo”, ha dichiarato Kushner.
Sul piano operativo, la Protezione Civile italiana ha chiarito che non interverrà nella Striscia di Gaza finché non sarà garantita una “sicurezza stabile”.
La tregua, dunque, tiene ma resta precaria: ogni sparatoria rischia di far saltare un equilibrio raggiunto a fatica.