Tasse e contratti pirata, i punti su i quali insiste Confesercenti nel sottolineare come la Manovra finanziaria del Governo stia andando verso una definizione e una svolta, ma per la confederazione serve un passo deciso nel taglio delle tasse. È quanto ha sottolineato Confesercenti nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi sulla legge di bilancio 2026.
“La pressione fiscale resta troppo alta. Lo stesso DPFP stima per il 2025 circa 342 miliardi di euro di gettito delle imposte dirette, pari al 15,1% del Pil: una quota in calo rispetto al picco dello scorso anno (15,6%) ma comunque ancora su livelli da record, superiore di 28 miliardi alle previsioni della Nadef di appena due anni fa. Senza un significativo recupero di questo eccesso fiscale”, sottolinea la Confederazione, “la ripresa dei redditi e dei consumi resterà al palo”
Previsioni da rivedere
Il governo prevede un’accelerazione dei consumi nel 2026, con un incremento dell’1,2% dopo lo 0,7% atteso per quest’anno. Una previsione ottimistica per ma Confesercenti. “Gli indicatori congiunturali, però, non mostrano al momento alcun segnale di ripresa: i consumi reali restano al di sotto delle attese e la crescita complessiva del Pil 2025, stimata allo 0,5%, si è di fatto già esaurita nella prima metà dell’anno”, evidenzia la nota della Confederazione, “La previsione di spesa delle famiglie per il 2026 appare dunque a rischio di ribasso”.
Crisi demografica e dei consumi
In più ci sono problemi nuovi che vanno affrontati con urgenza. “La combinazione tra rallentamento dei consumi e inverno demografico”, puntualizza la Confesercenti, “sta inoltre accelerando il processo di desertificazione commerciale, specialmente nei comuni più piccoli, dove l’impoverimento dei territori e la scomparsa di attività di vicinato vanno di pari passo. Fra il 2019 e il 2025 la quota di mercato attribuibile a questi ultimi è scesa al 20%, mentre quella dell’e-commerce è salita al 18%, e la denatalità delle imprese di prossimità assume valori sempre più negativi”.
Tasse, fare di più per i territori
“Il taglio Irpef va nella giusta direzione”, sottolinea Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti, “ma nelle dimensioni prospettate rischia di non avere effetti percepibili sul potere d’acquisto e quindi sulla domanda interna per consumi. Sostenere gli investimenti nell’economia e nelle imprese dei territori deve diventare una priorità. Bisogna fare il possibile per ampliare la portata dell’intervento e disattivare per il futuro l’impatto del fiscal drag con un meccanismo automatico di adeguamento degli scaglioni Irpef al tasso di inflazione. Allo stesso tempo, riteniamo urgente promuovere con forza la contrattazione di qualità, attraverso la detassazione degli straordinari e degli aumenti salariali stabiliti dai rinnovi contrattuali”.
Stop ai contratti pirata
“Più forza serve anche nel contrastare i contratti in dumping”, ribadisce Gronchi, “che rallentano la crescita dei salari e la diffusione delle innovazioni contrattuali, privando di tutele i lavoratori e indebolendo anche i pilastri della previdenza e della sanità pubblica. Un fenomeno che nel terziario e nel turismo sottrae ogni anno oltre 1,5 miliardi al sistema produttivo”.