Il Kuomintang (KMT), principale partito d’opposizione di Taiwan, ha eletto Cheng Li-wun come nuova presidente, segnando una svolta significativa nella leadership politica dell’isola. L’ex parlamentare ha vinto le elezioni interne con oltre il 51% dei voti, superando nettamente il suo principale rivale, l’ex sindaco di Taipei Hau Lung-bin. Cheng sarà ufficialmente insediata il 1° novembre, durante il congresso nazionale del partito. La sua elezione arriva in un momento delicato per il KMT, reduce da tre sconfitte consecutive alle presidenziali e alla ricerca di una nuova direzione in vista delle elezioni del 2028. Cheng, avvocata e figura nota per la sua retorica incisiva, ha promesso di “rilanciare il partito con energia e visione”, puntando su una linea più assertiva ma anche più inclusiva. Durante la campagna, ha dichiarato di voler “garantire la pace con la Cina senza rinunciare alla sovranità taiwanese”, una posizione che ha suscitato dibattito tra gli elettori e gli analisti politici. Il suo profilo, considerato da molti come “deep blue” — ovvero favorevole a legami più stretti con Pechino — potrebbe influenzare le future strategie diplomatiche del partito. Il presidente uscente Eric Chu, che ha scelto di non ricandidarsi, ha espresso il suo sostegno a Cheng, definendola “una scelta coraggiosa per tempi complessi”. L’affluenza alle urne è stata del 35,5% tra i membri del partito, un dato che riflette sia l’interesse per il cambiamento sia le tensioni interne che hanno attraversato il KMT negli ultimi anni. Con Cheng alla guida, il partito più antico dell’Asia orientale tenta di rinnovarsi, cercando di riconquistare il consenso popolare e di ridefinire il proprio ruolo in un contesto regionale sempre più instabile. La sfida ora sarà tradurre la promessa di rinnovamento in azione concreta — tra memoria storica, pressioni internazionali e una società taiwanese sempre più pluralista.
