0

Padova dà l’ultimo addio ai tre carabinieri scomparsi nel Veronese

venerdì, 17 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

Ascolta il podcast

ROMA – Un intero Paese si è fermato per un ultimo, straziante saluto. Nel pomeriggio, nella basilica di Santa Giustina a Padova, l’Italia ha pianto insieme i tre carabinieri stroncati dall’esplosione del casolare di Castel D’Azzano: il sottotenente Marco Piffari, il maresciallo Valerio Daprà e l’appuntato Davide Bernardello.

A rendere omaggio ai tre uomini dell’Arma c’erano tutte le più alte cariche dello Stato, segno tangibile di un lutto che appartiene alla Nazione intera. Uniti nel dolore, presenti in basilica il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Senato Ignazio La Russa, il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, la Premier Giorgia Meloni e i Vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini.

Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dato voce al sentimento collettivo. “So che non ci sono parole per consolare, nulla che possa colmare il vuoto che lasciano Marco, Valerio e Davide”, ha detto, prima di fare una promessa solenne: “I nostri nomi sono scritti sulla sabbia della memoria di chi ci vuole bene, e con il tempo svaniranno. Il nome dei giusti, invece, di chi ha dato la vita per la Patria, è scritto nella roccia della memoria della Repubblica. Le forze armate sono custodi di quella memoria. E tra molti anni, quando nessuno di noi sarà presente, ci sarà lo Stato a rendere onore”.

Monsignor Gian Franco Saba, ordinario militare per l’Italia, ha descritto la comunità riunita come “una grande famiglia” che si stringe ai familiari, all’Arma e ai feriti nel “tragico evento, dolorosamente e umanamente incomprensibile”.

Poi, è toccato alle voci spezzate dall’affetto e dal dolore. Il padre di Davide Bernardello ha ricordato un figlio diventato carabiniere “per realizzare uno dei più grandi sogni della tua vita. Eri limpido, sincero, generoso e sempre pronto ad aiutare”. Con le lacrime che rompevano la voce, il figlio di Valerio Daprà ha parlato di un padre che aveva scelto “una strada fatta di coraggio, sacrificio e responsabilità”, esprimendo la certezza che la sua eredità morale continui a parlare “anche nel silenzio”.

Infine, il fratello di Marco Piffari ha lanciato un appello accorato: “Il loro sacrificio non sia vano. Chiedo a tutti di stringersi ai nostri militari che operano in Italia e all’estero, ai carabinieri dico grazie per ciò che fate tutti i giorni”.

Al termine della funzione, un lunghissimo applauso è salito dalla folla in Piazza, un abbraccio di suono per i tre eroi. Avvolti nel Tricolore e portati a spalla dai loro colleghi in divisa, i feretri di Marco, Valerio e Davide sono stati accompagnati verso l’ultimo viaggio dagli onori militari, mentre un’intera nazione li affidava per sempre alla memoria.

La Discussione AI