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ROMA – È tempo di una rivoluzione copernicana nella formazione delle Risorse Umane. A guidarla sono l’Università IUL e la società di consulenza Into the Change, che hanno capovolto il paradigma tradizionale: le aziende non sono più semplici fruitori, ma diventano co-protagoniste e progettiste attive del percorso accademico.
Il cambiamento è partito lo scorso luglio con un tavolo di lavoro che ha riunito HR Director e manager di alcune tra le principali realtà italiane. Un ecosistema variegato, che spazia dal pharma all’energia, dal retail al manifatturiero, fino al vivace mondo delle PMI, unito per riflettere sulle sfide più scottanti che la funzione HR sta affrontando.
Nell’ultimo incontro, a settembre presso la sede dell’Università Telematica degli Studi IUL, il dibattito si è acceso su temi cruciali: la guerra per i talenti e l’attrattività verso le nuove generazioni, la gestione di organizzazioni ibride e fluide, il delicato rapporto uomo-macchina nell’era dell’intelligenza artificiale, la perdita di engagement e di senso da parte delle persone, e la fatica degli HR stessi nel ritagliarsi un ruolo strategico, spesso sopraffatti dalla routine operativa.
Da questo fertile confronto nascerà un master di I livello “HR Future ready”. Ma non pensate al solito corso. Questo sarà un’esperienza trasformativa, modellata non in un’aula sterile, ma sul campo, partendo dalle sfide reali del futuro emergente. Un percorso costruito su competenze pronte per il domani e intrecciato con le voci vive del mondo del lavoro. Oltre 30 aziende, tra pubbliche, private, profit e non profit, stanno già ridisegnando con coraggio e visione il ruolo dell’HR, mettendo a disposizione idee, bisogni concreti, casi reali e una faculty d’eccezione.
“Non si tratta solo di aggiornare competenze – afferma Flaminio Galli, Presidente dell’Università Telematica degli Studi IUL – ma di ripensare profondamente il ruolo dell’HR nella società. Abbiamo voluto creare uno spazio in cui le migliori energie del mondo HR potessero progettare insieme un nuovo modello di sviluppo per la funzione, più etico, più umano, più capace di incidere. Il Master sarà quindi frutto di una vera co-progettazione, una delle prime esperienze in Italia in cui l’università non cala programmi dall’alto, ma costruisce sapere a partire dalle sfide che le organizzazioni stanno vivendo oggi”.
“Stanno emergendo profili HR che coniugano etica e analytics, che usano i dati non per controllare, ma per coinvolgere le persone – spiega Irene Morrione, CEO di Into the Change -. Le aziende di domani avranno HR capaci di orientare cultura, purpose e tecnologia verso obiettivi condivisi. È necessario formare una nuova generazione in grado di catalizzare nuove forme di potere: più distribuito, più sostenibile, più generativo”.
Dal fronte aziendale, il ritratto prende forma. “Un professionista che unisce visione sistemica e responsabilità etica, capace di leggere il contesto attraverso i dati ma anche di agire con consapevolezza sui sistemi umani”, sostiene Simone Cascino Milani, Direttore HR di Sparkle.
Gabriella Macrì, HR Director di Ferservizi Shared Service Center del gruppo FS, aggiunge: “L’HR del futuro sarà promotore di un nuovo modello di leadership: meno verticale, più orientata al coaching e alla cura delle relazioni. In uno scenario di continui cambiamenti, dovrà saper tradurre la realtà in un futuro desiderabile per le persone”.
Il successo competitivo delle imprese del futuro passerà sempre più dalla capacità dell’HR di agire da architetto di ecosistemi umani e tecnici, e da promotore di contesti inclusivi e sostenibili. Una ricerca pubblicata su Springer nel maggio 2024 conferma che l’HR è fondamentale per garantire un’adozione human-centric dell’intelligenza artificiale, ponendo le persone al centro della trasformazione.
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