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Hamas consegna i corpi di altri due ostaggi, “i soli raggiungibili”. Israele rinvia l’apertura di Rafah

Trump: "Se non rispetta l'accordo Tel Aviv puo' attaccare". L’ONU denuncia nuovi attacchi e crimini di guerra
giovedì, 16 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

Israele ha annunciato che l’apertura del valico di Rafah sarà comunicata “in un secondo momento”. Secondo il Guardian, l’agenzia militare Cogat sta lavorando con l’Egitto per consentire il passaggio delle persone, ma non degli aiuti umanitari. I 600 camion di cibo e carburante allestiti dall’Egitto stanno transitando verso Kerem Shalom, dove verranno sottoposti a ispezione. Intanto la Croce Rossa ha ricevuto da Hamas le salme di due ostaggi israeliani, un uomo e una donna, consegnate alle forze armate di Tel Aviv. Dopo la cerimonia religiosa, i corpi sono stati identificati come quelli di Inbar Haiman e del sergente maggiore Muhammad el-Atrash. Secondo Hamas, si tratta “degli unici corpi raggiungibili”: per gli altri diciannove ostaggi deceduti nella Striscia “sono necessari mezzi e sforzi speciali per il recupero”. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, intervistato dalla CNN, ha dichiarato che se Hamas non rispetterà il disarmo “Israele potrà tornare a intervenire militarmente”. “Se potessero entrare e farli fuori, lo farebbero”, ha aggiunto, ribadendo che Tel Aviv ha il diritto di reagire. Un suo consigliere ha precisato comunque che non è previsto alcun esodo di palestinesi durante la ricostruzione: “Il piano incoraggia la popolazione a restare nella Striscia”. Intanto però l’Hostage Families Forum ha chiesto al governo israeliano di sospendere l’attuazione dell’accordo di Gaza fino a quando Hamas non restituirà tutti i resti degli ostaggi. Il ministro della Difesa Israel Katz ha avvertito che l’esercito “potrebbe riprendere l’offensiva nella Striscia”, accusando Hamas di violare la tregua. Ma già l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani accusa l’esercito israeliano di continuare a colpire civili nelle zone in cui si è ridistribuito dopo il cessate il fuoco. Almeno 15 palestinesi sarebbero stati uccisi dal 10 ottobre, nonostante la tregua. “Colpire civili che non partecipano alle ostilità costituisce un crimine di guerra”, ha dichiarato Ajith Sunghay, capo dell’Ufficio ONU in Palestina.

Accuse di torture e uccisioni sommarie

Secondo il Guardian, molti dei 90 corpi palestinesi restituiti da Israele mostrerebbero segni di torture ed esecuzioni sommarie: mani legate, occhi bendati e ferite da arma da fuoco alla testa.
Il primario Ahmed al-Farra dell’ospedale Nasser di Khan Younis ha riferito che “quasi tutti erano stati picchiati prima di essere uccisi” e che i segni indicano “maltrattamenti anche post-mortem”. Fonti palestinesi denunciano che Marwan Barghouti, leader di Fatah e possibile successore di Mahmoud Abbas, ha riportato la frattura di quattro costole dopo essere stato picchiato dalle guardie israeliane. Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir respinge le accuse, ma dichiara di essere “orgoglioso” delle nuove condizioni carcerarie. Barghouti è detenuto dal 2002 e sconta cinque ergastoli per attentati della Seconda Intifada, accuse che continua a negare.

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