0

Forum Enpaia 2025: l’Italia e l’Europa di fronte alle sfide globali

mercoledì, 15 Ottobre 2025
2 minuti di lettura

Ascolta il podcast

ROMA – In un momento cruciale per il futuro dell’Italia e dell’Europa, il Forum Enpaia 2025 ha acceso i riflettori sulle sfide da affrontare e le opportunità da cogliere. A Villa Aurelia, la sesta edizione dell’evento ha trasformato la sala in un laboratorio di idee, unendo istituzioni, accademia e imprese in un confronto serrato su tre fronti strategici: economia, geopolitica e agroalimentare.

Ad aprire il dibattito, il direttore generale della Fondazione Enpaia, Roberto Diacetti, che ha lanciato una proposta concreta: “È il momento di sbloccare il potenziale delle casse previdenziali con la defiscalizzazione degli investimenti nell’economia reale. Immaginiamo un sistema di tassazione agevolata per chi scommette sulle imprese italiane. La strada da percorrere è ancora in salita, tra una crescita che stenta e aziende troppo piccole per la scena globale”.

La prima sessione ha messo a nudo le prospettive dell’economia. Nicola Maione, presidente di Monte dei Paschi, ha tracciato la rotta con una metafora potente: “L’Italia cresce se produce, e produce solo se industria e finanza viaggiano sulla stessa barca. Credito solido e capitale umano valorizzato sono il motore per una crescita stabile, sostenibile e che non lasci indietro nessuno”.

Sul fronte energetico, Agostino Scornajenchi, AD di Snam, ha dipinto un cambiamento epocale: “L’Italia non è più solo un terminale, ma il crocevia del gas per l’Europa. Il gas è il pilastro che dà stabilità e competitività al sistema, un ponte verso la decarbonizzazione senza tradire la nostra capacità di competere”.

A riscaldare gli animi, la voce di Maurizio Tamagnini, CEO di FSI, sull’attrattività del Paese: “L’Italia oggi brilla più che mai. Investire nel consolidamento e nell’innovazione delle nostre filiere non è solo una scommessa, ma un’occasione unica per valorizzare i migliori talenti che abbiamo”.

Il dialogo sulla geopolitica, curato da Paolo Boccardelli, ha introdotto uno scenario da nuovo Grande Gioco. Giampiero Massolo, presidente di Mundys, ha suonato un campanello d’allarme: “Il mondo non coopera più, compete. In questo nuovo paradigma, le crisi non si risolvono, si mitigano. Per navigare nel ‘disordine mondiale’, l’Italia deve aggrapparsi a un’Europa più forte e al legame con gli Stati Uniti”.

Un barlume di ottimismo arriva da Lorenzo Guerini, presidente del Copasir: “Viviamo un’epoca di profonda trasformazione e incertezza, ma abbiamo la possibilità di costruire relazioni più forti e aperte. Dobbiamo rialzare le bandiere del diritto internazionale e guardare al futuro con fiducia: dopo la tempesta, un domani migliore è possibile”.

Dal palco, anche il contributo video di Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea: “Le sfide per Italia ed Europa sono immense, legate a un contesto globale instabile. Dobbiamo agire su più fronti: competitività, coesione e posizionamento globale. La rotta è tracciata: costruire un’Europa più solida in un mondo in tumulto”.

La seconda sessione ha celebrato e messo in guardia il made in Italy agroalimentare. Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola, ha ricordato che “il comparto vitivinicolo vale 8 miliardi di export. Ma il vino non è solo business: è l’anima dei territori, è storia e cultura, il nostro ambasciatore più prestigioso”.

Sul capitale umano, l’economista Cecilia Jona Lasino ha lanciato una sfida: “Per fermare la fuga dei cervelli, dobbiamo colmare il ritardo cronico in innovazione e competenze. Solo così i giovani potranno smettere di essere spettatori e diventare i veri protagonisti del futuro del Paese”.

Le preoccupazioni del settore agricolo sono state evidenziate con forza da Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura: “La sicurezza alimentare, pilastro dell’Ue, è sotto attacco da un contesto internazionale complesso e da una riforma della Pac inadeguata. Servono mercati stabili e accordi lungimiranti, ma prima di tutto dobbiamo garantire redditività alle aziende agricole”.

Onofrio Rota, segretario generale della Fai-Cisl, ha messo il dito sulla piaga del lavoro: “Dobbiamo rendere il settore agroalimentare attraente con salari più alti e tutele migliori, sostenendo le imprese di fronte alla minaccia di dazi e accordi internazionali che mancano di reciprocità”.

Infine, Angelo Mastrolia, presidente di NewPrinces Group, ha ammonito…

La Discussione AI