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ROMA – Operazione anti-terrorismo sul web: i carabinieri del ROS hanno fatto luce su un pericoloso centro di propaganda jihadista, nascosto dentro uno dei social network più frequentati al mondo.
L’azione, coordinata dalla Procura di Roma, ha portato all’esecuzione di una misura cautelare nei confronti di un uomo tunisino di 31 anni. L’accusa è pesante: istigazione a delinquere aggravata, apologia del terrorismo e utilizzo di strumenti informatici per fini eversivi.
Tutto ha avuto inizio dalla meticolosa attività di “web patrolling” degli investigatori. Navigando nelle acque oscure del web, il ROS si è imbattuto in un account TikTok che fungeva da vero e proprio megafono dell’estremismo. Il profilo, un concentrato di ideologia jihadista, distribuiva senza filtro materiale dell’organizzazione Stato Islamico: locandine, “nasheed” (canti guerrieri), video e immagini che celebravano i combattenti foreign fighter, esaltavano il martirio e ritrasse i discorsi infuocati di predicatori takfiristi.
Dietro lo schermo, gli agenti hanno trovato l’uomo tunisino, identificato come un propagandista particolarmente attivo. Le indagini tecniche hanno poi dipinto il ritratto di un individuo in piena radicalizzazione: un fondamentalista solitario, che conduce una vita ritirata, limita al minimo i contatti sociali e vive in condizioni economiche precarie nonostante un lavoro regolare.
Un soggetto cauto e riservato nelle comunicazioni, ma al tempo stesso spavaldo e militante nella sua attività online. Attraverso i social, ha costruito un alter ego digitale che palesava la sua vicinanza allo Stato Islamico, trasformando le piattaforme in una cassa di risonanza per l’odio e l’apologia del terrore.
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