Il credito torna a correre, sostenuto da tassi in graduale discesa e da una domanda più vivace di finanziamenti da parte di famiglie e imprese. È quanto emerge dal Rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana pubblicato ieri che ha fotografato una fase di stabilità e consolidamento per il sistema bancario nazionale. Dopo mesi di incertezza legati all’evoluzione dei tassi d’interesse e alle politiche monetarie della Banca centrale europea, i numeri del settore mostrano un contesto in miglioramento, con margini di credito in espansione e qualità del portafoglio in costante recupero. Nel mese di settembre 2025, secondo l’Abi, il tasso medio sui nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni si è attestato al 3,25%, in leggero calo rispetto al 3,28% di agosto e in netta riduzione rispetto al 4,42% registrato a dicembre 2023. Una flessione contenuta ma significativa, che conferma il rallentamento del costo del denaro dopo il lungo ciclo di rialzi tra il 2022 e il 2023.
Il tasso medio sui nuovi finanziamenti alle imprese è sceso anch’esso al 3,33%, dal 3,38% del mese precedente, mentre il tasso medio complessivo sui prestiti in essere si mantiene stabile al 3,92%. Anche la dinamica dei tassi interbancari e di riferimento riflette questa tendenza: l’Euribor a tre mesi è rimasto stabile intorno al 2,02%, mentre il rendimento dei Btp decennali si è leggermente ridotto al 3,55% dal 3,56% di settembre.
Raccolta bancaria in aumento del 2,8%
A livello generale, il margine medio tra tassi sui prestiti e tassi sulla raccolta, il cosiddetto spread bancario, resta stabile a 196 punti base, segnalando un equilibrio tra la remunerazione dei risparmi e il costo del credito. Sul fronte della raccolta, il sistema bancario italiano continua a mostrare una crescita moderata ma costante. A settembre 2025 la raccolta diretta complessiva, comprendente depositi e obbligazioni, è aumentata del 2,8% su base annua, proseguendo il trend positivo avviato all’inizio dell’anno (+2,7% ad agosto). Anche i depositi delle famiglie e delle imprese risultano in crescita del 2,8%, mentre la raccolta a medio e lungo termine tramite obbligazioni è avanzata di pari passo, segnando un +2,8% rispetto a dodici mesi prima.
Il tasso medio sui nuovi depositi vincolati (certificati di deposito e depositi a durata prestabilita) è pari all’1,97%, un livello stabile ma decisamente superiore a quello di due anni fa, quando a giugno 2022 era appena dello 0,29%. Anche il rendimento medio delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie è salito al 2,50%, contro l’1,31% di metà 2022.
Prestiti in crescita dell’1,8%
Nel complesso, il tasso medio sul totale dei depositi, che include conti correnti, depositi a risparmio e depositi vincolati, resta allo 0,63%, invariato rispetto ad agosto ma in netto rialzo rispetto allo 0,32% del periodo pre-rialzi Bce. Il tasso medio sui conti correnti, strumento non pensato per finalità d’investimento, si attesta invece allo 0,27%. I dati dell’Abi mostrano un chiaro miglioramento sul fronte del credito erogato. L’ammontare complessivo dei prestiti a famiglie e imprese è cresciuto dell’1,8% su base annua a settembre, accelerando rispetto al +1,6% registrato nel mese precedente. In particolare, i finanziamenti alle famiglie sono aumentati del 2%, sostenuti dalla domanda di mutui e credito al consumo, mentre quelli alle imprese sono cresciuti dell’1,2%.
Per i nuclei familiari si tratta del nono mese consecutivo di incremento, un segnale di fiducia e di graduale ripresa della propensione alla spesa e all’investimento. Per le imprese, invece, il dato positivo segna il terzo mese consecutivo di crescita, dopo un 2024 più debole sul fronte della liquidità e degli investimenti produttivi.
Qualità del credito ai massimi dal 2015
Altro segnale incoraggiante riguarda la qualità degli attivi bancari. A fine agosto 2025, i crediti deteriorati netti (ovvero sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute al netto delle rettifiche) sono scesi a 29,3 miliardi di euro, in ulteriore calo rispetto ai 30,2 miliardi di marzo e ai 31,3 miliardi di dicembre 2024. Il dato rappresenta il livello più basso degli ultimi dieci anni: nel 2015 i crediti deteriorati ammontavano a 196,3 miliardi di euro. In rapporto al totale dei finanziamenti, il peso dei crediti deteriorati è oggi pari all’1,41%, in diminuzione rispetto all’1,48% di marzo e all’1,51% di fine 2024.
Secondo l’Abi, questi numeri testimoniano l’efficacia delle politiche di contenimento del rischio adottate negli ultimi anni dal sistema bancario e confermano il consolidamento della stabilità finanziaria complessiva.
Tassi di mercato stabili
Sul versante dei tassi di mercato, nei primi giorni di ottobre 2025 l’Abi segnala un andamento stabile. L’Euribor a tre mesi si è attestato in media al 2,02%, in lieve calo di un punto base rispetto a settembre; il tasso IRS a dieci anni è salito al 2,70% (+1 punto base), mentre il rendimento medio dei Bot a sei mesi si è ridotto al 2,00%. Anche i Btp decennali sono leggermente scesi, al 3,55%, confermando la fiducia dei mercati nei confronti dell’Italia e il clima di stabilità finanziaria che si riflette sui titoli di Stato e sul costo del credito bancario.