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Mkhitaryan: “Inzaghi è fondamentale per l’Inter, Chivu ha un grande futuro”

domenica, 12 Ottobre 2025
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ROMA – Un’avventura straordinaria, un tour d’Europa che ha toccato nazioni e campionati, dall’Ucraina all’Italia, passando per Germania e Inghilterra. Eppure, la passione non si è spenta, anzi, brucia più che mai. Henrikh Mkhitaryan vive ormai il suo quarto anno con la maglia dell’Inter, un club che negli ultimi tempi si è consolidato tra le élite del calcio continentale, anche grazie alla guida di un tecnico come Simone Inzaghi, da questa stagione approdato all’Al-Hilal.

“Di lui conservo solo ricordi bellissimi. Se lo incontrerò, lo abbraccerò forte. Gli ho persino mandato un messaggio quando è partito per l’Arabia, perché per questa Inter è stato un allenatore fondamentale”, ha raccontato il centrocampista nerazzurro al Festival dello Sport di Trento. A livello personale, il calciatore armeno svela l’impatto profondo del tecnico piacentino: “Mi ha regalato una seconda giovinezza. L’ho avuto come allenatore tra i 33 e i 36 anni, e mi faceva giocare quasi sempre. Con lui mi sono sentito importante, determinante”.

Il capitolo Inzaghi-Inter si è chiuso dopo la finale di Monaco, con quel 5-0 subito contro il Psg che, per Mkhitaryan, è una ferita ancora aperta, ma anche un motivo d’orgoglio: “Entrambe le sensazioni sono fortissime. Sono orgoglioso di una stagione lunghissima, eppure in sole tre settimane abbiamo perso tre titoli. È la cruda legge del calcio. C’è il rimpianto, è vero: non siamo riusciti a vincere un trofeo dopo nove mesi di battaglie, nonostante fossimo una squadra abituata al successo”.

Oggi c’è un nuovo timoniere, Cristian Chivu, rumeno come colui che lanciò Mkhitaryan nel grande calcio europeo allo Shakhtar Donetsk: Mircea Lucescu. “Lucescu è stato determinante per me. Non direi che lui e Chivu si assomiglino, perché il calcio è cambiato radicalmente: da quando ero allo Shakhtar a oggi, è quasi un altro sport. Però con entrambi mi sono trovato benissimo, e questa è la cosa che conta”, spiega.

E sul fatto che Chivu lo faccia giocare meno, Mkhitaryan è lucido e leale: “Non posso dimenticare che tra poco compirò 37 anni. La voglia di scendere in campo è tanta, smisurata, ma bisogna comprendere le scelte dell’allenatore. Sono pronto ad aiutare la squadra anche giocando solo una partita a settimana. Di lui parlo benissimo, perché vedo un tecnico che vuole crescere e imparare ogni giorno: ha un futuro brillante”.

Tra i grandi personaggi che hanno segnato la sua carriera non poteva mancare il ricordo del suo ex procuratore, Mino Raiola: “Non era un semplice rapporto di lavoro, era una connessione quasi tra padre e figlio. Abbiamo condiviso tantissimi episodi, momenti unici. Lui sapeva sempre cosa volessi, mi ha sempre aiutato, consigliato, sostenuto. È sempre stato una persona di cui fidarsi ciecamente. Mi ha aiutato tantissimo”.

– Foto Ipa Agency –.

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