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Gaza, scatta il cessate il fuoco: l’Idf inizia il ritiro. Trump lunedì in Israele per la firma

venerdì, 10 Ottobre 2025
1 minuto di lettura

Con il ritiro in corso e i primi rientri tra gli sfollati, la Striscia di Gaza comincia a intravedere un fragile spiraglio di tregua dopo due anni di guerra ininterrotta. Le Forze di difesa israeliane hanno cominciato il ritiro verso le linee concordate, mantenendo però il controllo del 53% del territorio. Secondo quanto riferisce il Times of Israel, l’operazione di ripiegamento dovrebbe concludersi entro mezzogiorno, sotto la copertura di raid aerei e bombardamenti di artiglieria. Entro 72 ore dal completamento del ritiro, Hamas rilascerà i 48 ostaggi ancora prigionieri nella Striscia — di cui circa 20 si ritiene siano ancora in vita — in cambio della scarcerazione di 1.950 detenuti palestinesi, fra cui 250 ergastolani. I media locali riportano che centinaia di sfollati stanno iniziando a tornare nelle proprie abitazioni a est di Khan Younis, nelle zone già evacuate dalle truppe israeliane. Restano invece vietati gli spostamenti verso il nord della Striscia, dove l’Idf mantiene ancora presidi militari. Intanto il governo israeliano ha approvato modifiche all’ultimo minuto nella lista dei prigionieri da liberare: undici detenuti affiliati a Hamas sostituiranno altrettanti prigionieri di Fatah, tra cui Mahmoud Issa, in carcere dal 1993 per l’uccisione di un poliziotto israeliano.

Trump atteso a Gerusalemme, Meloni invitata alla cerimonia

Lunedì è prevista una visita lampo del presidente statunitense Donald Trump in Israele: interverrà alla Knesset e parteciperà alla cerimonia ufficiale per la firma dell’accordo di pace. Alla cerimonia sarà invitata anche la premier Giorgia Meloni, come confermato dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “La partecipazione dell’Italia dimostrerà che il nostro Paese è protagonista nella costruzione della pace”, ha dichiarato il titolare della Farnesina, che ha aggiunto: “Serviranno decenni di stabilità, non poche settimane di tregua, per edificare uno Stato palestinese riconosciuto”. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ringraziato gli inviati americani Steve Witkoff e Jared Kushner per il loro ruolo nei negoziati, mentre la Chiesa cattolica ha accolto con favore il piano statunitense. Il cardinale Matteo Zuppi ha parlato di “un varco verso la pace”, e il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa ha evocato “le prime luci dell’alba”.

Tajani: “Un Nobel a Trump non sarebbe scandaloso”

Il vicepremier italiano ha infine commentato le voci su una possibile candidatura del presidente americano al Nobel per la Pace: “Non ci sarebbe nulla di scandaloso, il suo piano ha portato al cessate il fuoco e a un processo di pace concreto”.

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