Donald Trump ha annunciato su Truth Social che Israele e Hamas hanno firmato la prima fase del piano di pace da lui presentato lo scorso 29 settembre, definendo l’accordo “un passo storico verso la fine della guerra a Gaza”.
Secondo quanto riportato da Reuters e Associated Press, l’intesa prevede la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani detenuti da Hamas e un ritiro graduale delle truppe israeliane da parte della Striscia, dietro una linea di sicurezza concordata.
La notizia è stata confermata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e da un comunicato di Hamas. Entrambi hanno ringraziato gli Stati Uniti, il Qatar e l’Egitto per la mediazione, pur mantenendo toni differenti: Hamas parla esplicitamente di “fine dell’occupazione israeliana e ingresso degli aiuti umanitari”, mentre Netanyahu ha evitato di usare l’espressione “cessate il fuoco”, concentrandosi sulla liberazione degli ostaggi.
Il piano, secondo quanto emerso, si articolerebbe in più fasi:
- Scambio tra ostaggi e prigionieri palestinesi, già in preparazione nei prossimi giorni.
- Ritiro parziale dell’esercito israeliano dal centro della Striscia, con la creazione di una zona cuscinetto lungo il confine.
- Avvio di una ricostruzione controllata con il supporto di Stati Uniti, Qatar ed Egitto.
Resta invece incerto se le clausole originali del piano Trump — che prevedevano la demilitarizzazione di Hamas e la sua esclusione dal futuro governo di Gaza — siano state confermate o attenuate durante i negoziati del Cairo.
Giovedì il gabinetto di sicurezza israeliano voterà per l’approvazione definitiva del testo. La premier italiana Giorgia Meloni ha commentato da Roma che “l’opportunità offerta dal piano Trump non deve essere sprecata”.
Dopo due anni di conflitto, l’intesa rappresenta la prima prospettiva concreta di tregua e di accesso umanitario su larga scala nella Striscia.