L’Ucraina ha vissuto ieri uno dei raid combinati più imponenti degli ultimi mesi: oltre 50 missili e circa 500 droni hanno preso di mira soprattutto infrastrutture civili ed energetiche da Leopoli a Zaporizhzhia, fino a Chernihiv, Kharkiv e Odessa. Il bilancio provvisorio è di almeno cinque morti, tra cui un bambino, e diversi feriti. Blackout e trasporti bloccati sono stati segnalati in più città. Nel pieno dell’allarme, un treno diretto al confine polacco con a bordo 110 attivisti italiani della decima missione del Mean (Movimento europeo di azione non violenta), partiti da Kharkiv e rientranti via Kyiv, si è trovato a transitare tra esplosioni e contraerea prima nell’area di Zhytomyr e poi nei pressi di Leopoli. A bordo c’era anche una giornalista del Sir, che ha documentato attimi di grande tensione. La missione, la decima dall’invasione del 2022, riuniva 35 associazioni (tra cui Azione Cattolica, Anci, MoVI, Masci, Agesci, Base Italia, Fondazione Gariwo, Piccoli Comuni del Welcome, Reti della Carità, Progetto Sud, Ordine Francescano Secolare). A Kharkiv il Mean aveva organizzato decine di incontri con la società civile, una preghiera al cimitero dei caduti con il nunzio apostolico, i vescovi cattolico e greco-cattolico e rappresentanti ortodossi, e momenti simbolici come l’ascolto di un concerto della Filarmonica: “Segnali di una vita che vuole andare avanti”, spiegano. “Attorno a noi pesanti e continue esplosioni, cielo illuminato a giorno, incendi e fumo”, racconta Marco Bentivogli. “Eravamo alla stazione di Leopoli, pronti a partire: non siamo stati colpiti, ma abbiamo visto parte dell’attacco aereo”, precisa il portavoce del Mean Marcello Raimondi. “Abbiamo provato ciò che qui si vive ogni giorno: il terrore di dover fuggire”, aggiunge Angelo Moretti. “La nostra è stata una missione giubilare: religione e laicità insieme per condividere speranza e ricostruzione”. L’Ambasciata d’Italia a Kyiv è rimasta in contatto costante con il gruppo. “Sono tutti in Polonia e stanno bene, assistiti dall’Ambasciata a Varsavia; ripartiranno da Cracovia”, ha scritto su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ringraziando “gli ucraini che li hanno aiutati: un popolo eroico, amico dell’Italia”. In mattinata il treno ha varcato il confine a Przemyśl. “L’Italia è a un giorno di viaggio: non possiamo limitarci a guardare questa guerra”, insiste Moretti. “Ora bisogna mettere in piedi percorsi di futuro”.
“Putin ride dell’inazione occidentale”
In un videomessaggio, Volodymyr Zelensky ha denunciato la “mancanza di una risposta forte e adeguata” della comunità internazionale: “La Russia non nasconde più di volere distruggere le nostre infrastrutture prima dell’inverno. Putin sembra ridere del silenzio dell’Occidente”. Il governo di Kyiv ha riferito di danni a impianti energetici e del gas; Naftogaz ha segnalato colpi alle proprie infrastrutture. Da Mosca, il ministero della Difesa sostiene di aver colpito siti militari-industriali ed energia, rivendicando un avanzamento a Kuzminivka nel Donbas: mappature indipendenti non lo confermano al momento.
Fronte europeo
L’onda lunga della crisi si sente in tutta l’Europa centro-orientale. La Polonia ha fatto decollare caccia propri e alleati a titolo “preventivo” per proteggere lo spazio aereo nelle aree prossime alla frontiera ucraina. In Germania, dopo i ripetuti allarmi all’aeroporto di Monaco, il ministro della Difesa Boris Pistorius ha invitato alla calma ma ha chiesto più poteri operativi e una revisione delle norme per consentire anche alla Bundeswehr l’abbattimento di droni in casi mirati. In Lituania, l’aeroporto di Vilnius è rimasto chiuso per circa sei ore nella notte tra sabato e domenica per l’ingresso di oltre venti palloni usati da contrabbandieri di sigarette dalla Bielorussia: una trentina di voli tra ritardi, cancellazioni e dirottamenti. Le autorità parlano di attività criminale, non di sabotaggio, ma il contesto resta teso dopo recenti violazioni dello spazio aereo con droni provenienti da est. L’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas ha definito “attacchi terroristici” i raid russi: “Finalizzeremo il prossimo pacchetto di sanzioni e continueremo a fornire finanziamenti e armi. La Russia non si fermerà finché non sarà costretta”. Sul versante opposto, Vladimir Putin ha avvertito che un’eventuale fornitura di missili Tomahawk statunitensi all’Ucraina “distruggerebbe” le relazioni con Washington, compromettendo le recenti timide aperture.
Georgia, scontro istituzionale
Fuori dal fronte ucraino, sale la tensione in Georgia. Dopo le proteste filoeuropee di sabato a Tbilisi — con tentativi di forzare gli ingressi della presidenza e risposta con lacrimogeni e idranti — il premier Irakli Kobakhidzé ha promesso “nessuna impunità”, parlando di “tentativo di colpo di Stato” orchestrato da “servizi stranieri” e annunciando arresti tra i leader della protesta. L’opposizione denuncia deriva autoritaria e un allontanamento dall’Ue.



