In un contesto geopolitico in cerca di nuovi assetti stabili abbiamo la necessità di mettere a punto, condividere e affermare a livello internazionale, il nostro modo di essere, il nostro stile. Tutto ciò va organizzato e ottenuto attraverso il dialogo, lo scambio e l’integrazione razionale di individui provenienti da altre culture: la nostra storia rende meno difficile questo compito, pronti come siamo ad accettare quanto di positivo può produrre il valore della diversità.
Una storia di accoglienza
L’Italia è una nazione giovane, nata nel 1861, ha un’eccezionale varietà floristica e faunistica, favorita da habitat vari ed accoglienti e, parallelamente, un’altrettanta straordinaria e variegata differenza di culture, usi e abitudini. Tutto ciò è “croce e delizia”: delizia per le magnifiche espressioni di creatività artistica, scientifica e sociale, “croce” per la difficoltà di mettere a sistema ed organizzare produttivamente tanta diversità, che genera condizioni mutevoli e diverse in campo economico e culturale.
Sicuramente noi Italiani siamo il popolo del libero pensiero, del sentimento e dell’accoglienza a causa delle numerose dominazioni e divisioni avvenute nella storia: nel nostro corredo genetico abbiamo sia la capacità di conservare la nostra identità, sia la tolleranza verso altri popoli per aver interiorizzato positivamente il passato.
Presenza e impegno della Chiesa
Non è da trascurare il ruolo e la grande risorsa offertaci dalla presenza della Chiesa romana che ha fatto da collante etico avendo avuto un ruolo centrale e trasversale per l’accettazione pacifica della diversità.
Abbiamo insomma interiorizzato anche sotto il profilo laico un fondamentale principio del diritto naturale, regola d’oro morale: “non fare ad altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”, premessa e corollario della virtù della tolleranza.
Italia interlocutore di pace
L’alleanza solida con gli Stati Uniti, la ricerca di una attiva, convinta e costruttiva condivisione di valori in Europa e il dialogo con i paesi che si affacciano sul mediterraneo, dovrebbero costituire la rotta da seguire per portare il nostro paese ad avere prosperità e pace ed essere un rispettato interlocutore geopolitico.
La politica estera attuata da Alcide De Gasperi alla fine della disastrosa seconda guerra mondiale si dispiegò secondo queste direttrici: una costruttiva e proficua collaborazione con gli Stati Uniti, l’adesione alla scelta Atlantica per la nostra difesa e la convinta, sincera e caparbia tenacia per la costituzione della “nostra Patria Europa”.
Mattei e il Medio Oriente
Infine, attraverso la figura di Enrico Mattei, lo statista pose l’attenzione su un equo rapporto con i paesi del Medio Oriente e dell’Africa che si affacciano sul Mediterraneo: quali possibili opzioni diverse potremmo avere oggi?
Una politica estera lungimirante
Per amor di Patria, di crescita dell’Europa e di Occidente, a livello parlamentare ci dovrebbe essere onestà intellettuale e condivisione di questi obiettivi pur nella fisiologica dialettica democratica, nella considerazione che, essendo possibili alternanze al potere, le responsabilità andrebbero comunque a gravare sul governo in carica.
In sintesi si vuole affermare che, come avviene normalmente in tutti i paesi strutturati, la politica estera non può soffrire di “miopia elettorale”.