Venerdì mattina, le autorità federali sono intervenute presso l’abitazione del Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., nel quartiere di Georgetown, in seguito a una segnalazione di possibile ordigno esplosivo. L’area è stata immediatamente isolata, con l’impiego di unità cinofile e squadre specializzate nella bonifica. Al momento, non sono stati rinvenuti esplosivi, ma la scena resta sotto controllo mentre proseguono le indagini. Non è ancora chiaro chi abbia formulato la minaccia né se sia stata considerata credibile. Le forze dell’ordine mantengono il massimo riserbo, mentre cresce l’attenzione mediatica attorno alla figura di Kennedy, già al centro di forti polemiche per le recenti decisioni in ambito sanitario. Nelle ultime settimane, infatti, il Segretario ha attuato un radicale riassetto dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), rimuovendo l’intero comitato consultivo sui vaccini. I nuovi membri, nominati direttamente da Kennedy, hanno votato per l’eliminazione del vaccino combinato MMRV per i bambini e per una revisione al ribasso delle raccomandazioni sui vaccini contro COVID-19 ed epatite B. La scelta ha provocato una reazione bipartisan, con critiche da parte di esperti, associazioni mediche e membri del Congresso. L’ex direttrice del CDC, Susan Monarez, ha testimoniato di essere stata rimossa per aver ostacolato pressioni politiche interne. “Queste misure rischiano di minare la fiducia pubblica e favorire nuove epidemie,” ha dichiarato. Kennedy ha difeso le sue decisioni, sostenendo di voler “ripulire il sistema da conflitti d’interesse e restituire trasparenza e fiducia ai cittadini”. Ma l’allarme bomba, sebbene ancora privo di riscontri concreti, sembra riflettere un clima di crescente tensione attorno a una delle figure più controverse dell’amministrazione.
Allarme bomba nella residenza di RFK Jr. a Georgetown: tensioni crescenti dopo le riforme sui vaccini
