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Nato: al via “Sentinella dell’Est”. Varsavia: “Confini inviolabili”, Mosca nega i droni

Russia all'Onu: fisicamente impossibile che siano sconfinati i nostri droni. Trump: sanzioni solo se Europa smetterà di comprare petrolio russo
domenica, 14 Settembre 2025
3 minuti di lettura

Ieri la Nato ha dato il via a “Sentinella dell’Est”, una missione multidominio per rafforzare il fianco orientale dopo lo sconfinamento di droni in Polonia. L’obiettivo: deterrenza immediata e capacità anti-drone più efficaci, integrando sensori, difese aeree/terrestri e condivisione d’informazioni “dal Baltico al Mar Nero e al Mediterraneo”. Varsavia parla di “risposta concreta” e ribadisce: “I confini Nato sono inviolabili”. Annunciati contributi di Danimarca (due F-16 e una fregata antiaerea), Francia (tre Rafale), Germania (quattro Eurofighter). Il Regno Unito ha offerto supporto. Anche l’Italia valuta di rafforzare la presenza a Est: tra le ipotesi, l’invio di altri due caccia (F-35 o Eurofighter) e l’estensione del dispiegamento Samp-T in Estonia. Sul tavolo, riferiscono fonti alleate, c’è anche un’area cuscinetto tra Polonia e Ucraina per intercettare i droni prima dell’ingresso nello spazio Nato: idea sensibile, priva per ora del necessario consenso — Washington non ha sciolto la riserva. Il segretario generale Mark Rutte ha fissato la cornice politica: “Intenzionale o meno, la Russia ha violato lo spazio Nato su una scala mai vista. Dobbiamo dimostrare determinazione e capacità difensive”. Il comandante supremo alleato Alexus Grynkewich annuncia una postura “flessibile e agile”, mentre il Comando Trasformazione accelera la messa in campo di tecnologie anti-drone. Resta l’interrogativo sui costi: in Polonia è stata abbattuta solo una parte dei droni rilevati e con armi costose; per i vertici Nato, però, “la priorità è difendere adeguatamente”. Da parte sua l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha sostenuto al Consiglio di sicurezza Onu,che sarebbe “fisicamente impossibile” che droni russi abbiano raggiunto la Polonia, citando un raggio operativo massimo di 700 km e l’assenza di target sul territorio polacco. Per il vicepremier di Varsavia Marcin Bosacki è invece una provocazione: “La Russia usa queste armi contro i civili. Ci aspettiamo che si assuma la piena responsabilità”. Il ministro degli Esteri Radosław Sikorski ironizza: “Mosca dice che è stato un errore, l’ambasciatore che è impossibile: a quale bugia dovremmo credere?”.

L’asse Ue e l’allarme difesa

Nel dibattito europeo, il commissario alla Difesa Andrius Kubilius avverte: secondo intelligence tedesche, Putin potrebbe “testare l’articolo 5 entro tre-quattro anni”. Servono capacità aggiuntive, dal programma Readiness 2030 a un “Drone Wall” di 3.000 km Baltico-Mar Nero, coerente con le proposte della Commissione (più fondi difesa/spazio e prestiti SAFE). Sul fronte interno, Politico anticipa linee guida per restringere i visti ai cittadini russi: Bruxelles non può imporre un ban, ma solleciterà criteri più severi ai 27.

Washington, G7 e petrolio

Il presidente Usa Donald Trump lega nuove sanzioni a Mosca all’impegno di tutti i Paesi Nato a smettere di acquistare petrolio russo e propone dazi del 50-100% contro la Cina fino alla fine della guerra, ritenendo Pechino in grado di influenzare il Cremlino. Il Tesoro Scott Bessent e il Rappresentante al Commercio Jamieson Greer hanno esortato il G7 ad allinearsi con dazi verso chi compra greggio russo e a usare gli asset sovrani russi immobilizzati per sostenere Kyiv. Nel comunicato dei ministri finanziari G7: discussione su tetto al prezzo del petrolio (già abbassato da Canada, Ue e Regno Unito a 47,60 dollari) e su ulteriori misure economiche. I dati ricordano che tra i membri Nato Turchia, Ungheria e Slovacchia continuano ad approvvigionarsi di greggio russo: Ankara tramite Tupras; Budapest e Bratislava via oleodotto Druzhba. L’Ue nel complesso ha ridotto del 90% l’import, ma quelle deroghe pesano sul quadro di coesione invocato dagli Usa.

Il fronte di guerra

Kyiv rivendica un’azione di droni su Primorsk, hub petrolifero russo sul Baltico: secondo fonti ucraine, le spedizioni sarebbero state sospese dopo incendi a una nave e a una stazione di pompaggio; colpite anche tre stazioni lungo la linea per Ust-Luga, con potenziali perdite fino a 41 milioni di dollari al giorno per Mosca. Sul terreno, lo Stato maggiore ucraino riferisce di un tentativo russo di infiltrazione a Kupiansk attraverso condotte di un gasdotto: “situazione sotto controllo”, tre dei quattro condotti risultano danneggiati o allagati. Gli attacchi russi proseguono nella regione di Kharkiv (un morto, due feriti a Borova). All’Onu, la vicesegretaria Rosemary Di Carlo ha contato 208 civili uccisi e 827 feriti in agosto, con i droni principali responsabili; cresce il timore di una nuova campagna contro le infrastrutture energetiche con l’avvicinarsi dell’inverno.

Esercitazioni e incognite

Intanto Russia e Bielorussia hanno avviato le manovre “Zapad 2025”: scenario ad alta tensione, con focus su procedure decisionali nucleari tattiche e sui nuovi missili Oreshnik (senza “fuoco vivo”, secondo fonti bielorusse). Le attività interessano Kaliningrad, il Baltico e il mare di Barents, oltre a siti in Bielorussia; Polonia chiude i valichi e annuncia l’invio di 40.000 soldati nelle regioni orientali. In parallelo, la Coalizione dei Volenterosi prosegue il coordinamento: a Kyiv, Andrii Yermak ha ricevuto i consiglieri diplomatici di Regno Unito, Francia, Germania e Italia per implementare gli impegni di Parigi su sicurezza, sostegno militare, finanziario e politico. “La Russia non si fermerà da sola — ha scritto —: serve forza collettiva e garanzie reali”.

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