Una giornata densa di appuntamenti, tra memoria storica, impegno culturale e attenzione ai territori feriti. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha intrecciato ieri tre diversi appuntamenti che, seppur lontani per natura, hanno trovato un comune denominatore: la necessità di custodire e rinnovare i valori fondanti della democrazia italiana ed europea. Il primo momento simbolico è arrivato dal messaggio inviato dal Capo dello Stato alla Vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, in occasione della prima Conferenza Europea di Ventotene per la Pace e la Democrazia.
“Ventotene” – ha scritto Mattarella – “da luogo di reclusione e oppressione durante il regime fascista, si è trasformata in uno dei luoghi ispiratori della pace e della libertà che caratterizzano l’esperienza dell’Unione Europea”. L’isola, segnata dal confino di figure come Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, diventa per il Presidente il simbolo di un passaggio storico: dal buio dell’assolutismo al progetto politico di una comunità di popoli liberi.
Superare la logica del conflitto
Mattarella ha sottolineato come “fare l’Europa significhi superare la logica del conflitto e delle guerre, ribadire la dignità di ogni essere umano e opporsi all’oppressione dell’uomo sull’uomo”. Un messaggio che, ha aggiunto, conserva un’attualità bruciante, soprattutto in un continente ancora attraversato da tensioni internazionali. Il Capo dello Stato ha poi esortato le nuove generazioni a non smarrire quel patrimonio: “I momenti di confronto che a Ventotene si susseguono sono la conferma che quanto nacque lì, nelle sofferenze del confino, continua a parlarci. Tocca a ogni generazione inverare i valori di libertà che segnarono la battaglia dei fondatori”.
Il teatro come specchio della società

Dalla riflessione europea alla vita culturale del Paese. Al Quirinale, Mattarella ha accolto i finalisti e la giuria della 22esima edizione del Premio Le Maschere del Teatro Italiano, riconoscimento organizzato dal Teatro di Roma. “Il teatro”, ha detto il Presidente, “è parte essenziale della cultura e della storia del nostro Paese, come di qualunque altro. Ha accompagnato la ripresa dell’Italia e continua a svolgere un ruolo insostituibile di stimolo, riflessione e confronto”. Mattarella ha ricordato i suoi anni giovanili, quando da studente cercava di non perdere nessuna nuova pièce teatrale: dall’Argentina all’Eliseo, dalla Cometa ad altri palcoscenici storici della capitale. Un ricordo che ha suscitato empatia tra i presenti e che ha ribadito la vicinanza del Capo dello Stato al mondo della cultura. “I finalisti esprimono il valore del nostro teatro, il cui ruolo è decisivo per l’assetto culturale del Paese. C’è motivo di rammarico per la chiusura di alcune sale, ma il complesso del mondo teatrale rimane per l’Italia un punto di riferimento che merita riconoscenza”.
Alla cerimonia hanno preso la parola Gianni Letta, Presidente della giuria, il Direttore artistico della Fondazione Teatro di Roma Luca De Fusco e il Presidente della stessa Fondazione Francesco Siciliano, prima del saluto conclusivo del Capo dello Stato.
Ricostruzione post-sisma
La giornata del Presidente si è chiusa con un impegno istituzionale di grande rilievo sociale. Sempre al Quirinale, Mattarella ha ricevuto il Commissario straordinario per la ricostruzione post-terremoto del 2016, il senatore Guido Castelli, che ha consegnato al Capo dello Stato il ‘Rapporto sulla ricostruzione 2025’.