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Blackout a Kiev dopo il maxi–raid russo. Trump valuta nuove sanzioni ma il Cremlino non arretra

Sabato 800 droni e 13 missili nel cuore dell'Ucraina, mai così tanti. Trump: "Sono fiducioso in un accordo di pace"
martedì, 9 Settembre 2025
2 minuti di lettura

Ieri la Russia ha lanciato contro l’Ucraina il più massiccio attacco dall’inizio della guerra: secondo le autorità ucraine, 810 droni d’attacco e da esca e 13 missili hanno investito 37 località, colpendo per la prima volta anche il palazzo del Governo nel distretto di Pechersk. Il bilancio provvisorio parla di quattro morti, tra cui un neonato di due mesi e la madre, e 44 feriti. A causa dei raid è stata danneggiata la centrale termoelettrica di Trypilska, con interruzioni massicce di corrente a Kiev e nell’area metropolitana. Sul cielo della capitale, fumo nero si è levato anche da piazza Maidan. La premier Yulia Svryydenko, recatasi nell’edificio governativo, ha assicurato che “la barbarie russa non fermerà il lavoro del governo”. Colpiti 12 edifici residenziali e 5 istituti scolastici nella sola Kiev; bombardate anche Zaporizhzhia e Kryvyi Rih, città natale del presidente Volodymyr Zelensky.

La risposta occidentale

La strage di ieri ha rimesso in moto la macchina delle sanzioni. A Washington è attesa una delegazione Ue guidata dall’inviato per le misure restrittive David O’Sullivan, per coordinare un nuovo giro di vite con l’amministrazione americana. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha affermato che gli Stati Uniti sono pronti ad “aumentare la pressione” su Mosca, chiedendo all’Europa di “seguire” con decisione. Il presidente Donald Trump ha fatto sapere di essere pronto a una “seconda fase” di sanzioni e di voler parlare “nei prossimi due giorni” con Vladimir Putin, pur ribadendo di essere “non contento” della situazione ma fiducioso nella possibilità di un accordo di pace. In parallelo, Bruxelles lavora a un 19° pacchetto: tra gli obiettivi, tagliare entro due anni il residuo 20% di import energetici russi e ampliare l’uso degli asset congelati per sostenere militarmente Kiev e finanziare la ricostruzione. Restano i veti di Ungheria e Slovacchia, ma l’onda lunga dell’attacco di ieri ha raccolto condanne unanimi dalle principali capitali europee.

Mosca: “Le sanzioni non funzionano”

Dal Cremlino arriva il contrappunto: per il portavoce Dmitri Peskov, “il numero senza precedenti di sanzioni non ha avuto alcun effetto” e nessuna misura costringerà la Russia a cambiare “posizione coerente”. Il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, parlando all’università MGIMO, ha sostenuto che il vertice in Alaska ha mostrato una maggiore comprensione da parte della Casa Bianca delle “legittime esigenze nazionali” di tutte le parti, in contrasto – ha detto – con la precedente amministrazione Biden e con “molti leader europei”. Intanto il presidente Putin ha trasmesso alla Duma un disegno di legge per ritirare la Russia dalla Convenzione europea per la prevenzione della tortura e dai protocolli collegati. Per gli attivisti, l’uscita – dopo l’espulsione di Mosca dal Consiglio d’Europa nel 2022 – sottrarrebbe definitivamente le carceri russe alla vigilanza internazionale, già di fatto sospesa.

Contrattacchi ucraini e reclutamento russo

Mentre prosegue l’offensiva aerea, lo Stato Maggiore ucraino ha annunciato la riconquista di un villaggio nel Donetsk. Sul piano della manpower, il vicecapo dell’intelligence militare di Kiev Vadym Skibitsky ha stimato in circa 280 mila i nuovi arruolamenti russi dall’inizio del 2025 (circa 35 mila al mese), spinti da incentivi economici “ingenti”: per il primo contratto, ha detto, la retribuzione annua si aggirerebbe attorno ai 21 mila euro.

ONU, first ladies e “biglietti” a Mosca

Sul fronte diplomatico, la first lady ucraina Olena Zelenska ha annunciato un incontro con Melania Trump a margine dell’Assemblea generale ONU di fine mese a New York. Da Kiev, l’agenzia d’intelligence HUR ha celebrato il 33° anniversario affiggendo a Mosca provocatori “biglietti d’auguri” con il messaggio “la responsabilità è inevitabile”, e il logo dell’agenzia, in diversi punti della città.

Zelensky: “Servono azioni, non parole”

Nel suo messaggio serale, Zelensky ha definito il raid un “test” del Kremlino alla comunità internazionale e ha chiesto azioni forti, a partire da nuove sanzioni, dazi e restrizioni commerciali più dure. Dopo un colloquio con Emmanuel Macron, Kiev attende misure Ue su difese aeree e un percorso con scadenze in vista del vertice informale di inizio ottobre a Copenaghen.

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