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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Mattarella: “Il sacrificio di Dalla Chiesa resta un monito contro la mafia”

Nel 43° anniversario della strage di via Carini a Palermo e l’Italia rendono omaggio al prefetto ucciso con la moglie e l’agente di scorta. Meloni: “Una guida per ogni nostra azione"
giovedì, 4 Settembre 2025
3 minuti di lettura

Era la sera del 3 settembre 1982 quando via Isidoro Carini, nel cuore del capoluogo siciliano, fu squarciata dal crepitio dei colpi d’arma da fuoco. Un agguato di Cosa nostra pose fine alla vita del Generale dei Carabinieri e Prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, della giovane moglie Emanuela Setti Carraro e, pochi giorni dopo a causa delle ferite riportate, dell’agente di scorta Domenico Russo. Un eccidio che segnò uno spartiacque nella lotta dello Stato contro la mafia, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva italiana. A 43 anni di distanza, la città di Palermo e l’intero Paese hanno reso omaggio al sacrificio di Dalla Chiesa e delle altre vittime, in una giornata scandita da cerimonie istituzionali, messaggi di ricordo e appelli alla responsabilità civile.

Il ricordo del Capo dello Stato

Sergio Mattarella, in una nota, ha sottolineato come quella strage resti “un monito costante” e un richiamo all’impegno comune contro la criminalità organizzata: “Il 3 settembre 1982, nell’attentato di via Isidoro Carini a Palermo, la mafia assassinava il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro, ferendo gravemente l’agente Domenico Russo, che morì alcuni giorni dopo. A quarantatré anni di distanza, la memoria di quel vile agguato è, per l’intero Paese, un costante monito alla responsabilità e al comune impegno nella lotta alla mafia”, ha detto il Presidente della Repubblica.

Il Capo dello Stato ha ricordato il lungo percorso istituzionale di Dalla Chiesa, dalla lotta al terrorismo brigatista fino all’impegno contro la mafia, e la sua scelta consapevole di esporsi in prima linea nonostante l’altissimo rischio. “La pretesa delle consorterie malavitose di controllare la vita dei territori trova un argine nella capacità delle istituzioni, delle realtà associative, del mondo dell’impresa e dei cittadini di fare fronte comune per rinsaldare legalità e democrazia”, ha aggiunto Mattarella, ribadendo l’importanza della scuola e delle giovani generazioni come strumenti decisivi per costruire un futuro libero dal ricatto mafioso.

“Una guida per ogni nostra azione”

Giorgia Meloni, con un messaggio diffuso sui social, ha reso omaggio al Generale: “Un uomo di Stato, coraggioso e di profonda integrità morale, che ha sacrificato la sua vita per combattere la criminalità organizzata. Il suo ricordo vivrà sempre nei nostri cuori e guiderà ogni giorno ogni nostra azione”. Un impegno, quello del governo, che viene presentato come continuazione ideale del “metodo Dalla Chiesa”, fatto di rigore, ostinazione e difesa della legalità.

I messaggi delle istituzioni

Alla commemorazione si sono uniti i presidenti delle Camere. Lorenzo Fontana, Presidente della Camera, ha parlato di “dovere morale e civile” nel non dimenticare la strage di via Carini:

Rappresenta una delle pagine più buie della nostra storia recente, che non possiamo e non dobbiamo dimenticare. Il Prefetto non esitò ad accettare il compito affidatogli, pur consapevole dei rischi, e lo svolse con fermezza e rigore fino all’estremo sacrificio”. Il Presidente del Senato Ignazio La Russa ha ricordato come Dalla Chiesa fosse stato chiamato d’urgenza a Palermo per restituire speranza ai cittadini onesti e come la sua morte imponga ancora oggi allo Stato di proseguire con fermezza nella lotta alla mafia.

Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, presente alla cerimonia in via Carini, ha sottolineato che “la mafia di oggi uccide di meno, ma non per questo è meno pervasiva e pericolosa, perché fa affari e inquina i circuiti legali dell’economia e delle istituzioni”.

Anche altri esponenti del governo hanno voluto esprimere vicinanza: dal Ministro Musumeci, che ha ricordato l’isolamento istituzionale in cui il generale fu lasciato poco prima dell’agguato, al Ministro Urso, che lo ha definito “modello per le giovani generazioni”, fino a Daniela Santanché, Adolfo Urso e Renato Brunetta, che hanno sottolineato la necessità di non abbassare la guardia.

Palermo e la Sicilia ricordano

Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha parlato di “commozione e profonda gratitudine” nei confronti di Dalla Chiesa, definendolo un “faro di legalità” per le generazioni future. Alla cerimonia di ieri mattina a Palermo era presente l’assessore regionale Francesco Scarpinato, che ha deposto una corona d’alloro in memoria delle vittime.

Il 43° anniversario dell’eccidio di via Carini ha confermato come il ricordo di Carlo Alberto Dalla Chiesa resti vivo nella coscienza civile del Paese. Le sue parole, i suoi gesti e la sua fermezza continuano a illuminare il cammino delle istituzioni e dei cittadini. La sua storia ricorda che la legalità non è mai scontata, che la libertà richiede sacrificio e vigilanza, e che contro la mafia l’unico antidoto efficace è un fronte comune, come ha ribadito il presidente Mattarella: “Lo sforzo di tutti contro la mafia è essenziale per un duraturo progresso umano, sociale, economico, per promuovere le potenzialità di sviluppo dei territori, per costruire una società più coesa e giusta”.

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