0
Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani

Tajani: “La politica estera spetta a me e al Premier. Le idee valgono più delle parole gridate”

Dopo lo scontro Salvini-Macron, il Ministro degli Esteri chiarisce la linea del governo: “No a militari italiani in Ucraina, serve unità dell’Occidente”. Al Meeting di Rimini l’appello a pace, riforme europee e responsabilità diplomatica
lunedì, 25 Agosto 2025
3 minuti di lettura

La polemica tra Matteo Salvini ed Emmanuel Macron sull’ipotesi di invio di truppe europee in Ucraina si è trasformata in un incidente diplomatico che ha costretto la Francia a convocare l’Ambasciatrice italiana a Parigi.

Al centro della vicenda le frasi del leader leghista rivolte al Presidente francese (in dialetto milanese lo aveva invitato a “taches al tram”, ossia attaccarsi al tram) esortandolo a recarsi lui stesso a combattere a Kiev: frasi giudicate “inaccettabili” dal Quai d’Orsay.

In questo contesto dal Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, è intervenuto ieri il Ministro degli Esteri e Vicepremier Antonio Tajani, che ha voluto ribadire con chiarezza i confini istituzionali: “La politica estera la fanno il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri. E se si devono far valere delle ragioni, si vince con la forza delle idee, non con la violenza delle parole”.

Un messaggio che è suonato come un richiamo alla responsabilità, senza mai nominare direttamente Salvini, ma con l’evidente intenzione di riportare la linea della Farnesina su un terreno di diplomazia e di equilibrio.

“Non vogliamo militari italiani in Ucraina”

Tajani ha voluto anche chiarire la posizione dell’Italia sull’ipotesi di inviare truppe europee a Kiev, precisando: “Anche noi siamo convinti che una soluzione non sia quella di inviare i militari italiani in Ucraina”. Il Ministro ha ricordato che l’esecutivo ha sempre sostenuto una linea diversa: “Semmai era più giusto trovare una formula di garanzia della sicurezza dell’Ucraina sul modello dell’articolo 5 della Nato, un meccanismo di mutuo soccorso che protegga Kiev dagli attacchi della Federazione russa”.

Un’apertura era stata valutata solo nell’eventualità di una “zona cuscinetto sotto egida Onu”, ma resta una prospettiva lontana. “Ripeto, lavoriamo intensamente perché tutto l’Occidente abbia una posizione unita. Non faccio schermaglie con nessuno, cerco di far vincere le idee: la forza delle idee vale più della violenza delle parole”.

L’Ucraina e il simbolo della bandiera

Nel giorno della Giornata dell’Indipendenza ucraina, Tajani ha rilanciato il sostegno di Roma a Kiev con un gesto simbolico: l’illuminazione della facciata della Farnesina e del Colosseo con i colori giallo e blu: “Oggi (ieri, ndr) rendiamo omaggio alla forza e al coraggio del popolo e dell’esercito ucraino che da oltre tre anni difendono la loro libertà e identità nazionale”, ha scritto su X.

Parole accompagnate dal messaggio politico lanciato nel collegamento con il vertice dei Ministri degli Esteri del G7 sull’Ucraina, a cui ha partecipato il Capo della diplomazia di Kiev, Andrii Sybiha: “L’unità transatlantica è fondamentale per rafforzare il percorso verso le trattative con Mosca. Lavoriamo per garanzie di sicurezza solide, che possano favorire una pace giusta e duratura”.

“Non prevalebunt”

Parlando ai cronisti al Meeting, Tajani ha richiamato il titolo della 46esima edizione, ‘Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi’. E ha concluso in latino: “Non prevalebunt” (non prevarranno coloro che vogliono distruggere la pace). “Costruire la pace è un impegno quotidiano, in Ucraina come in Medioriente. Non è facile, ma bisogna insistere, perché le idee giuste vanno difese. Ci vorrà tempo, ma alla fine vincerà la pace. I mattoni nuovi sono l’impegno di tutti, di ogni costruttore di pace”.

Il fronte europeo

Il Ministro ha colto l’occasione per rilanciare la necessità di riforme istituzionali in Europa, accogliendo di fatto anche la critica di Mario Draghi alla lentezza dell’Ue: “Servono grandi passi avanti: il voto a maggioranza, una vera difesa comune, un esercito europeo. E ancora: dare più poteri al Parlamento, arrivare a un leader unico eletto dai cittadini che sia al tempo stesso presidente della Commissione e del Consiglio europeo”.

Per Tajani è indispensabile completare il mercato unico “dei capitali, dell’energia e delle banche”, costruendo un’Europa più democratica e più forte. “La nostra salvezza si chiama Europa. Non dobbiamo confondere le cose che non funzionano con l’idea stessa di Europa, che resta la nostra identità, le nostre radici. Dante è stato il primo grande europeista italiano”.

La pace in Medioriente

Accanto al fronte ucraino, Tajani ha affrontato anche il tema del conflitto israelo-palestinese: “Non ci convince ciò che sta facendo Israele, in particolare l’occupazione in Cisgiordania e gli attacchi che provocano migliaia di vittime civili. Ma la responsabilità di Hamas è evidente: si fa scudo della popolazione e continua a trattenere ostaggi dal 7 ottobre di due anni fa. Serve buon senso: lavoriamo perché il popolo palestinese possa realizzare il sogno di uno Stato e Israele vivere in sicurezza”.

La sfida economica

Non solo geopolitica. Tajani ha insistito anche sul terreno economico, chiedendo un cambio di passo alla Banca centrale europea: “Serve uno shock, un nuovo ‘Quantitative Easing’ per sostenere le imprese e rilanciare l’occupazione. L’euro troppo forte rischia di penalizzare le esportazioni italiane, che valgono il 40% del nostro Pil”. Per il Ministro bisogna “ridurre il costo del denaro” e rivedere le regole del credito per le piccole e medie imprese, “portando il limite delle garanzie da 2,5 a 5 milioni di euro”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:

Potrebbero interessarti

Draghi: voto libero per la Libia. Aiuti e difesa dei diritti umani

Un percorso diplomatico per arrivare alle elezioni in Libia del…

La Francia polarizzata spaventa i mercati. I calcoli di Macron

Il 7 luglio sapremo se la mossa di Macron di…