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La visita di Rutte (Nato): il sostegno all’Ucraina resta incrollabile. Trump: vedremo se Putin e Zelensky lavoreranno insieme

Sotto attaccato russo la regione di Dnipropetrovsk. Kiev danneggia oleodotto ungherese
sabato, 23 Agosto 2025
3 minuti di lettura

La Nato sta lavorando su come fornire “robuste garanzie di sicurezza” all’Ucraina per rafforzarla nei colloqui con la Russia. Sono le parole del segretario generale della Nato Mark Rutte nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante una visita a sorpresa a Kiev.

Il sostegno dell’alleanza all’Ucraina, ha detto Rutte secondo quanto riporta il Guardian, rimane “incrollabile” e “continua a crescere”, con ulteriori piani per fornire finanziamenti alla Nato per garantire “un flusso cruciale di armi letali statunitensi all’Ucraina”.

Rutte ha elogiato l’esito dei colloqui di lunedì alla Casa Bianca, affermando che il presidente Usa Donald Trump ha chiarito che “gli Stati Uniti saranno effettivamente coinvolti nel fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina”.

L’attesa di Trump

“Vedremo se Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky lavoreranno insieme. E vedremo se dovrò esserci, preferirei di no”. Lo ha detto ieri il presidente Americano Donald Trump.

“Trump è l’unica persona che può fermare Putin oggi, secondo me. E abbiamo concordato che è giusto muoversi in una direzione diplomatica. Ho sostenuto questa direzione proposta dal Presidente Trump. Abbiamo parlato di un incontro trilaterale, e ho detto: ‘Siamo pronti'”, ha poi detto ieri il presidente ucraino Zelensky in conferenza congiunta con il segretario generale della Nato Rutte.

Kiev danneggia Oleodotto ungherese

“Un altro attacco alla sicurezza energetica del nostro Paese, un altro tentativo di trascinarci in guerra”. Così il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha denunciato un nuovo attacco ucraino della scorsa notte contro una stazione di pompaggio dell’oleodotto Druzhba (Amicizia), che porta petrolio russo in Ungheria e Slovacchia.

Il raid è stato rivendicato dalle forze di Kiev, secondo quanto scrive sul suo sito l’agenzia Reuters. “Nella notte – scrive Szijjarto su Facebook – abbiamo ricevuto la notizia che l’oleodotto dell’Amicizia, al confine tra Russia e Bielorussia, è stato ripetutamente attaccato, per la terza volta in breve tempo. Il trasporto di petrolio greggio in Ungheria è stato fermato di nuovo!”.

“Non funzionerà, continueremo a sostenere gli sforzi per la pace e tutelare inostri interessi nazionali con tutte le nostre forze!”, aggiunge il capo della diplomazia di Budapest. In una lettera citata dall’agenzia russa Tass, lo stesso Szijjarto e il ministro degli Esteri slovacco, Juraj Blanar, hanno chiesto alla Commissione europea di fare pressioni su Kiev perché metta fine a questi attacchi. “Senza questo oleodotto le forniture (energetiche) sicure ai nostri Paesi sono semplicemente impossibili”, affermano i due ministri.

Nikopol, regione ucraina sotto attacco

La Russia ha attaccato la regione di Dnipropetrovsk con missili Grad, droni Fpv e Kab, danneggiando un’azienda di servizi pubblici, un’azienda agricola e alcuni edifici residenziali. Lo riporta il capo della regione Serhiy Lysak su Telegram, citato da Ukrainska Pravda.

“Nella regione di Nikopol, l’aggressore ha attaccato il capoluogo distrettuale, le comunità di Marhanetska e Pokrovska. Ha utilizzato droni Fpv e Mlrs Grad. Un’azienda di servizi pubblici, due edifici di tre piani e una casa abbandonata sono stati danneggiati. Una casa privata e un garage sono andati a fuoco. Altre 6 case sono state danneggiate”.

Nella comunità di Myrivska, è scoppiato un incendio in una cucina estiva e in una dependance a causa di un attacco notturno di un drone Fpv, e un’abitazione privata è rimasta danneggiata. Attaccato anche il quartiere di Synelnyky con droni e Kab. Una fattoria, un garage e un campo sono stati dati alle fiamme e una palestra è stata danneggiata. La contraerea ha abbattuto 4 droni russi.

Massiccio attacco russo

Il bilancio degli scontri avvenuti in Ucraina nelle ultime 24 ore è di 157. Lo Stato maggiore dell’esercito ucraino ha rappresentato, nel consueto bollettino giornaliero, che l’esercito russo ha lanciato due attacchi missilistici con 44 missili e 75 attacchi aerei sulle posizioni di unità e insediamenti ucraini, oltre ad aver sganciato 125 bombe aeree guidate e utilizzato 5.875 droni kamikaze.

I russi, inoltre, hanno effettuato 5.709 attacchi di artiglieria, di cui 98 con sistemi di lancio multipli. Le aree in cui si sono concentrati gli attacchi di Mosca riguardano gli insediamenti di Stara Huta nella regione di Sumy; Orikhiv, Novoukrainka, Chervona Krynytsia nella regione di Zaporizhzhia; e Prydniprovske nella regione di Kherson.

Kallas: no alla trappola del Cremlino

“Lasciare che la Russia mantenga i territori dell’Ucraina occupati militarmente è una “trappola in cui Putin vuole farci cadere”. Lo ha affermato l’Alta rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, Kaja Kallas, parlando dei tentativi di avviare un processo di pace in un’intervista alla Bbc.

Ha aggiunto che il presidente russo “non ha fatto una sola concessione” rispetto ai termini di un eventuale accordo per fermare le ostilità e che anzi “ha aumentato le uccisioni” con gli attacchi aerei in Ucraina. Kallas, in merito alle garanzie di sicurezza per Kiev, ha detto che l’opzione migliore è quella rappresentata da un “forte esercito ucraino”, sottolineando l’importanza di evitare misure che “siano solo sulla carta”.

Ucraina, iniziativa della Cina

“Riteniamo tutte le parti debbano adottare una prospettiva di sicurezza comune, globale, di cooperazione e sostenibile per promuovere la soluzione politica della crisi ucraina” e “la Cina è pronta a un ruolo costruttivo in questo processo”. Si è espressa così la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning, in dichiarazioni riportate dal Global Times.

La Cina afferma di essere “sempre stata aperta e trasparente sulla crisi ucraina”, sull’invasione russa su vasta scala avviata nel febbraio di tre anni fa che Pechino non ha mai condannato esplicitamente. La Repubblica Popolare rivendica quella che considera una “posizione obiettiva e giusta”.

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