Una delle notti più dure dall’inizio del conflitto. Secondo il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, l’esercito russo ha colpito infrastrutture civili, edifici residenziali e un’azienda americana in Transcarpazia, specializzata in prodotti di uso quotidiano. “Non era un obiettivo militare – ha sottolineato – ma un normale investimento civile americano”. Il bilancio provvisorio dell’attacco è di 15 feriti, tutti assistiti dalle squadre di soccorso. Ma l’offensiva ha avuto un raggio più ampio: droni e missili hanno preso di mira diverse regioni, da Zaporizhzhia alla Volinia. “In totale, durante la notte sono stati lanciati 574 droni d’attacco e 40 missili contro l’Ucraina. Una parte significativa è stata abbattuta, purtroppo non tutti”, ha precisato Zelensky.
Il Capo di Stato ha parlato di un vero e proprio “anti-record russo”, ricordando come l’uso massiccio di armi contro obiettivi civili confermi l’assenza di segnali da Mosca di voler avviare negoziati concreti. “I russi hanno colpito come se nulla fosse cambiato, come se non ci fossero stati sforzi globali per fermare questa guerra. È necessaria una risposta: sanzioni severe e tariffe elevate”.
Le possibili sedi dei colloqui
Sul piano diplomatico, Zelensky ha indicato Svizzera, Austria o Turchia come possibili sedi di futuri colloqui di pace con Vladimir Putin, escludendo invece la Cina: “Non ci ha aiutato a fermare la guerra dall’inizio e, al contrario, ha aperto il suo mercato dei droni alla Russia. Non abbiamo bisogno di garanti che non hanno sostenuto l’Ucraina quando serviva”. Il Presidente ucraino ha ribadito che un incontro diretto con Putin potrà avvenire solo dopo la definizione di garanzie di sicurezza per il suo Paese.