Un drone militare di fabbricazione russa è esploso ieri notte in un campo del villaggio di Osiny, nella regione di Lublino, a circa 80 chilometri da Varsavia e poco più di cento dal confine ucraino. L’episodio, senza feriti ma con danni a case e coltivazioni, ha subito assunto una forte valenza politica: per Varsavia potrebbe trattarsi di una provocazione legata ai delicati colloqui di pace in corso negli Stati Uniti.
Secondo il ministero degli Esteri polacco, il velivolo era un Geran-2, versione russa dei droni iraniani Shahed-136, utilizzati quotidianamente da Mosca contro l’Ucraina. L’impatto ha provocato un’esplosione di modesta intensità, facendo pensare a un drone-esca, privo di testata e progettato per ingannare i sistemi di difesa aerea.
Il vicepremier e ministro della Difesa Wladyslaw Kosiniak-Kamysz ha sottolineato che l’episodio ricorda i sorvoli russi già registrati in Lituania e Romania. “Non possiamo escludere che si tratti di una provocazione legata ai colloqui di pace promossi dal presidente Trump negli Stati Uniti”, ha dichiarato. La procura di Lublino ha confermato che non si tratta di un drone di contrabbando ma di un mezzo militare, mentre la polizia ha trovato resti metallici e plastici su un raggio di decine di metri. Le autorità hanno diffuso anche immagini dei rottami, che sembrano confermare l’origine russa del velivolo.
Zelensky: “Attacchi dimostrativi, serve più pressione su Mosca”
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha interpretato l’episodio polacco e gli ultimi raid russi come parte di una strategia dimostrativa: “Confermano la necessità di aumentare la pressione su Mosca, con nuove sanzioni e tariffe, fino a quando la diplomazia non sarà efficace”.
Nella notte, le forze russe hanno lanciato due missili Iskander-M e 93 droni su varie località ucraine. Kiev afferma di averne abbattuti 62. Colpita anche la regione di Odessa, con danni a infrastrutture portuali, e quella di Sumy, dove 12 civili, tra cui due bambini, sono rimasti feriti.
Mosca: “Un avvertimento a Zelensky”
Intanto la diplomazia russa ha commentato con sarcasmo la visita di Zelensky alla Casa Bianca. La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova ha definito la mappa dell’Ucraina esposta nello Studio Ovale – con i territori sotto occupazione russa – “uno schiaffo in faccia” al leader ucraino, “un segnale per fargli capire quanto ha perso”.
Dieci Paesi pronti a inviare peacekeeper
Secondo Bloomberg, dieci Paesi europei sarebbero disponibili a partecipare a una missione di peacekeeping in Ucraina. Anche Londra si dice pronta a inviare truppe per difendere porti e spazi aerei, pur senza rischierarle a ridosso della linea del fronte. In Germania, la discussione si fa più accesa: mentre la Cdu apre alla possibilità di un contingente tedesco, la Spd frena e chiede un mandato Onu o Osce. Uno studio commissionato al centro “Wissenschaft und Politik” stima che per una missione credibile sarebbero necessari almeno 150 mila uomini.
Mosca: “Tre villaggi sotto controllo”
Sul terreno, l’esercito russo sostiene di aver conquistato tre villaggi tra Dnipropetrovsk e Donetsk. Inoltre, l’Fsb ha annunciato di aver ucciso tre sabotatori ucraini e arrestato altri tre nella regione di Bryansk, accusandoli di preparare attentati a infrastrutture di trasporto con il supporto di servizi occidentali.
Petrolio
Nonostante le sanzioni, la Russia conferma la continuità delle forniture energetiche. A Nuova Delhi l’ambasciata russa ha parlato di un “meccanismo speciale” che garantirà il flusso di greggio verso l’India, mentre il Cremlino prepara un nuovo incontro tra Putin e il premier Modi. Nel frattempo, le forniture di petrolio attraverso l’oleodotto Druzhba verso Slovacchia e Ungheria sono state ripristinate dopo un’interruzione dovuta a un raid ucraino. Budapest ha ringraziato pubblicamente Mosca per la rapidità della riparazione.
