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Tajani: “Garantire la sicurezza di Kiev è la nostra sicurezza. Zelensky non può arrendersi a Putin”

martedì, 19 Agosto 2025
1 minuto di lettura

“È stata una giornata positiva, un’altra tessera importante per la costruzione del mosaico della pace”. Con queste parole il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha commentato in un’intervista a Il Giornale gli sviluppi più recenti sul fronte diplomatico riguardante il conflitto in Ucraina. Al centro delle trattative – ha spiegato il titolare della Farnesina – c’è stato un ampio consenso sul principio di garantire la sicurezza di Kiev, un impegno che, nelle intenzioni italiane, dovrebbe tradursi in un sistema di mutuo soccorso tra Paesi amici dell’Ucraina. “Nella sostanza è stata accolta la proposta italiana: in caso di attacco esterno, tutti gli alleati, compresi gli Stati Uniti, dovranno intervenire in sua difesa. Puntiamo sulla sicurezza di Kiev, che è la nostra sicurezza”, ha dichiarato Tajani, sottolineando come questo rafforzi la posizione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al tavolo con Vladimir Putin.

L’incontro in Alaska e il bilaterale a Washington

Tajani ha tracciato anche un bilancio del recente incontro in Alaska, definendolo significativo ma non risolutivo: “Putin non è vincitore: in tre anni non ha raggiunto la conquista dell’Ucraina che voleva in tre giorni. Con lui si parla per cercare una pace giusta, non mortificante per Kiev”. Il Ministro ha poi ricordato che dal dialogo si è aperta la strada al bilaterale a Washington, ma ha avvertito: “La luce è in fondo a un tunnel molto lungo. Il confronto Trump-Putin non è risolutivo e il presidente ucraino non può arrendersi a tutte le richieste del Cremlino”.
Uno dei nodi più delicati resta quello dei territori occupati. Mosca continua a chiedere il controllo del Donbass e della Crimea, ma Tajani ha ribadito con fermezza la posizione italiana ed europea: “L’unico che può parlare di Donbass e Crimea è Zelensky. Non si possono fare accordi sulla sua testa. Noi siamo al suo fianco”.
La proposta italiana di un meccanismo di garanzie collettive segna, secondo Tajani, un passo concreto verso una possibile soluzione negoziata, anche se ancora lontana: “Sarebbe positivo che Putin dicesse di sì. Ma la strada della pace passa dal riconoscimento dell’indipendenza dell’Ucraina e dalla sua piena sovranità”.

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