Si è tenuto oggi a Madrid l’ultimo vertice a cui hanno partecipato venti paesi europei e arabi per sollecitare la fine della guerra a Gaza, anche oggi colpita da raid delle truppe israeliane. Il ministro degli Esteri spagnolo José Albares ha parlato ai microfoni di France Info chiedendo immediate sanzioni contro Israele e Netanyahu. Il vertice mirava a rilanciare la soluzione dei due stati, con il coinvolgimento della Lega Araba e dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica. In quest’occasione, si è parlato anche degli aiuti umanitari che si stanno fornendo nella Striscia di Gaza, attualmente bloccati proprio dall’intervento massiccio delle milizie di Tel Aviv. Albares ha criticato aspramente la condotta dello stato sionista affermando che “non può essere Israele a decidere chi può mangiare e chi no”.
Quella della Spagna è solo la presa di posizione contro il conflitto più recente, sulla scia di un cambio di rotta portato avanti già da altri paesi dell’Unione. Infatti, in una recente riunione a Bruxelles ben 17 paesi membri hanno chiesto una revisione degli accordi tra Unione Europea e Israele in vigore dal 2000, insistendo sull’aggravante del mancato rispetto dei diritti umani sanciti dalle carte. E mentre la rappresentante per gli affari esteri UE Kaja Kallas ha sottolineato la necessità di fare pressione a Netanyahu, il Regno Unito ha sospeso le negoziazioni commerciali con Tel Aviv e ha convocato l’ambasciatore israeliano in segno di protesta.
Vittime
Intanto a Gaza proseguono i raid, con un bilancio di almeno venti morti. Tra le vittime ci sarebbero nove di dieci figli di una pediatra, a Khan Younis. Sul caso sta indagando anche l’Idf, il reparto delle forze di difesa israeliane, che però ricorda come prima dell’attacco fosse stato ordinato agli abitanti di evacuare la zona. Nell’ultimo raid hanno perso la vita anche due sfollati a Nuseirat, nel centro della striscia; una delle vittime è una donna incinta. Altre cinque persone sono invece cadute in un attacco a un’abitazione a Jabalia.